Matteo Salvini resiste alle “purghe” di Facebook, con la piattaforma di Mark Zuckerberg che da diversi giorni sta censurando e cancellando i profili sulla piattaforma che vengono considerati incitatori di odio e violenza.
Una situazione che pare essere però sfuggita di mano al magnate americano e la sua multinazionale, che nelle ultime ore sta letteralmente “bannando” anche numerosi profili istituzionali perché distanti dal suo pensiero ideologico e dalla sua visione di società mondiale.
Una condizione che non è rimasta inosservata all’ex Ministro degli Interni e attuale segretario della Lega, che in un breve video di Vista ha voluto portare sostegno ai tanti utenti bannati senza particolari motivi alle spalle.
Facebook nella sua iniziativa di censura ha messo in campo una reale “caccia alle streghe”, andando a eliminare profili “non conformi” che avevano pubblicato post poco “politicamente corretti” anche diversi anni fa. Questo è il caso dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, che di “punto in bianco” si è trovata oscurata un post risalente addirittura a quasi dieci anni fa.
Ma sono diversi gli esponenti dell’area di Destra – e non solo del mondo radicale di questo polo – a lamentarsi delle delle censure facebookiane di Zuckerberg, che stanno facendo la razzia di quasi tutto il mondo intellettuale/istituzionale facente riferimento a questo fronte politico: se possono essere comprensibili le censure legate ai richiami del Fascismo o esperienze dittatoriali, meno lo risultano quelle iniziative per “zittire” l’opposizione all’attuale governo del Conte Bis. La multinazionale su questo aspetto ha già mostrato di sguainare la spada contro ogni oppositore proveniente dall’area sovranista, inducendo dure censure contro i contestatori dell’attuale Esecutivo nazionale anche in mancanza di quegli elementi di “odio” e “violenza”.
Post rimossi o account bloccati e cancellati, questa la strategia del “terrore” che porta la piattaforma social ad assumere politiche alla “Francia mille-settecentesca”: più che un progresso culturale, sembra che Zuckerberg si sia mosso per mettere un’ulteriore bavaglio al web nella sua piattaforma e abbia fatto un salto indietro di tre secoli per acquisire queste politiche. Le penalità sono pazzesche per gli utenti bloccati: account inattivi da pochi giorni ad addirittura mesi, magari solo perchè definivano il premier Conte un “trasformista” di rara furbizia politica per salvare la propria poltrona.
Ecco allora che Salvini contro questo sistema si fa forte, ripartendo dal sostegno dei tanti italiani in vista di Pontida e convinto di essere ancora il primo partito in Italia se ci fossero le urne domani. Chissà se i risultati elettorali delle Regionali ormai prossime gli daranno ragione.