Enrico Capuano, musicista cantautore, dal 1980 capostipite del folk rock, festeggia 41 anni di carriera grazie ad un cuore nuovo.
Capuano e il dono prezioso per ricominciare a vivere
Il cantautore ha militato nelle radio libere romane e ha fondato le etichette discografiche indipendenti Tide Records e Blond Records. Per dieci anni ha gestito la trasmissione Radio Casbah, promuovendo produzioni musicali indipendenti. Ha all’attivo otto album, numerosissime sono le collaborazioni con i più grandi musicisti italiani e ha partecipato a 12 edizioni del Concerto del Primo Maggio. Qualche anno fa il cantautore ha subito un trapianto di cuore e questa esperienza gli ha donato nuova consapevolezza, oltre ad una nuova vita. Lo abbiamo incontrato per parlare dell’operazione chirurgica, del dono prezioso ricevuto e del suo desiderio di sensibilizzare la gente a diventare donatori di organi, per salvare vite umane.
Enrico Capuano e la lista d’attesa per un cuore nuovo
Enrico la tua vita continua grazie alla tua donatrice e al suo gesto d’amore. Come sei giunto alla consapevolezza di aver bisogno di un trapianto d’organo?
Devo tutto a chi mi ha donato il cuore. Nel 2014 ho avuto un malore e sono svenuto durante un concerto in Irpinia. Ero praticamente morto. Qualcuno mi ha rianimato con il defibrillatore, salvandomi. Il mio cuore era talmente indebolito che ormai non potevo fare più nulla e scoprii che avevo bisogno di un trapianto. Sono stato in lista di attesa per due anni ed è stato un periodo difficile. Avevo il fiatone, non riuscivo a fare le scale, non riuscivo a fare quasi più nulla a causa della fatica. I ragazzi della mia band erano molto attenti e premurosi e non potevo allontanarmi troppo da Roma perché aspettavo la chiamata per avere un cuore che mi salvasse la vita.
La fatidica telefonata improvvisa e il sogno
Enrico, la fatidica telefonata dal centro trapianti è un evento che genera ansia e felicità allo stesso tempo. Come hai vissuto quel periodo in lista d’attesa?
Avrei dovuto tentare percorsi medici temporanei e alternativi per prolungare l’attesa dell’operazione, casomai l’arrivo del cuore nuovo avesse ritardato. Mi auguravo di poter evitare tutto ciò, sperando di fare presto il trapianto. L’attesa di un cuore è una condizione molto particolare, a livello mentale; si sa che da un momento all’altro i medici del centro trapianti potrebbero chiamare per essere operati di punto in bianco.
Ad un certo punto ho fatto un sogno incredibile; una ragazza che ancora ricordo molto bene, mi parlava e sembrava così reale, sembrava che avessi vissuto veramente questo episodio, al punto che l’ho raccontato a tutti.
Il giorno dopo ho rifatto lo stesso sogno e poi ho ricevuto una telefonata dal San Camillo dal centro del Prof Musumeci. Il professore mi ha detto che era arrivato un cuore per me. Ho iniziato a tremare, avevo paura. Ho lasciato un messaggio di saluti sui social perché non sapevo francamente come sarebbe andata a finire. E’ stato commovente salutare tutti e su quella barella cercavo di distrarmi. In realtà stavo andando a fare un trapianto, dove il mio cuore sarebbe stato sostituito da quello di qualcun altro. Mentre mi addormentavano ho sentito dire dai medici “questo è il cuore di una ragazza”. In quel momento ho perso conoscenza. Fortunatamente mi sono risvegliato. Ero intubato e ho affrontato l’iter del post trapianto.
Enrico Capuano: il dono generoso di chi muore può liberare dalla sofferenza qualcun’altro
A cosa hai pensato quando hai realizzato di stare di nuovo bene grazie al cuore donato da una ragazza che non c’è più?
Ora sono qui. Avrei potuto non esserci, ma grazie al dono di qualcuno la mia vita sta continuando. Una storia così influenza la vita, condiziona il carattere… Ho un cuore di donna, una donna che mi ha salvato grazie alla sua generosità. La fine di una persona è diventata il proseguimento della mia vita. E’ una contraddizione, la fine di una persona coincide con la rinascita di un’altra e penso sempre a questo. Penso spesso a lei, a cosa faceva, chi era…
Enrico Capuano e la volontà di sensibilizzare gli altri a donare gli organi
Dopo quanto accaduto hai mai avuto il desiderio di sapere chi fosse la donatrice? E’ necessario sensibilizzare la gente a donare gli organi?
Durante una intervista a Domenica In dove andai per parlare di donazione di organi e sensibilizzare la gente a diventare donatori, mi arrivarono tante foto di una ragazza che era uguale a quella del sogno. Io avrei la curiosità di sapere chi era, ma so che è corretto non chiederselo. Il dono si accetta e ci si prende cura di esso, ringraziando.
I riceventi non possono sapere chi sono i donatori dell’organo che ha salvato loro la vita. Questo accade per tutelare tutti; le famiglie dei donatori ma anche perché conoscere l’identità del donatore potrebbe essere foriero di implicazioni psicologiche. Il trapianto è un dono. E come tale si accetta con gratitudine e riconoscenza e basta. Se io sono qui è grazie a lei. E ho capito che se suono e faccio musica lei c’è. E’ li con me e suona con me.
Ho capito che questa seconda chance di vita va dedicata a fare del bene. Anche se sembra che “il bene non vada di moda” perché “non fa figo”, non è così. Il bene non è debolezza. E’ qualcosa inerente alla forza. La mia è’ una nuova opportunità per far capire che tanti nostri fratelli e sorelle sono lì che aspettano un cuore nuovo, un rene, un pancreas perché vorrebbero tornare a vivere…
Tante persone muoiono aspettando un organo in lista d’attesa
Tanta gente muore in lista di attesa perché non ce la fa ad arrivare al trapianto e noi possiamo salvarle. E’ necessario diffondere il messaggio, informare dell’importanza delle donazioni. Voglio fare qualcosa, come artista, per diffondere l’importanza di diventare donatori di organi, raccontando cosa ho vissuto, dedicando la mia musica alla sensibilizzazione della necessità di donare. Le liste di attesa sono molto lunghe e tanta gente aspetta. La donazione è un atto semplice; si può dare il nostro consenso a prelevare i nostri organi in caso di morte in tanti modi. Esistono tante associazioni alle quali telefonare per iscriversi all’elenco dei donatori; si può lasciare un testo scritto che testimoni la nostra volontà di donare gli organi dopo la nostra morte. O ci si può iscrivere all’Aido associazione donatori organi.
Possiamo salvare tante vite umane tramite una maggiore capillare informazione, in modo da accorciare le liste di attesa di bambini, ragazzi, uomini e donne e poter dare loro la chance di una vita nuova.
E’ importante che chi ha vissuto l’esperienza del trapianto si faccia portavoce di questo messaggio, ma anche gli artisti, i musicisti, chiunque, per poter arrivare all’orecchio della gente. Regaleremmo a chi aspetta la possibilità di tornare a volare grazie ad un organo nuovo. Un dono prezioso che altrimenti andrebbe gettato via inutilmente, precludendo a chi soffre la possibilità di una seconda opportunità di vita.
Enrico Capuano e “Viva”, la canzone dedicata alla vita e a chi ha permesso, grazie ad un dono generoso, di continuare a vivere
Enrico, hai scritto una canzone molto bella, per nulla retorica, che inneggia alla vita e che omaggia colei che ti ha salvato. La forza di cambiare il mondo viene quando ci si accorge di quanto sia preziosa questa vita, che per quanto sia breve è l’unica che ci è stata regalata e abbiamo il dovere di farne qualcosa di speciale. Ce ne parli?
Ho scritto una canzone dedicata alla ragazza che mi ha salvato donandomi il cuore. Si chiama ‘Viva’. E’ un omaggio alla vita, all’impegno per cambiare il mondo. L’ ho scritta in ospedale, mentre ero gonfio per le terapie antirigetto a base di cortisone. Feci questo video, nonostante il gonfiore, e la dedicai proprio a Lei.
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