Pinuccia Montanari, ex assessore all’ambiente del Comune di Roma, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sull’emergenza rifiuti a Roma. «L’attenzione sulla situazione di Roma non deve mai cadere sui tre grandi problemi strutturali e contingenti: il primo è accelerare con la raccolta differenziata ed è quello che noi avevamo provato a fare con la governance di Lorenzo Bagnacani all’Ama. I 310mila abitanti che Ama aveva raggiunto con il nuovo porta a porta significavano una risposta strutturale. Questa cosa andava fatta e continuata, invece sembra che da diversi mesi tutto il cronoprogramma stia andando a rilento. Il secondo punto è la gestione dei flussi, ogni giorno in Ama occorreva analizzarla per sapere come gestire i flussi in uscita. Così facevamo con Bagnacani per avere una proiezione settimanale, mensile e annuale. Il terzo tema è la progettazione degli impianti. Nel piano di Ama c’erano 13 impianti e su questo era stato costruito un percorso che andava ad intercettare sia la raccolta differenziata sia quella indifferenziata. La sindaca aveva a disposizione un’ottima squadra dal punto di vista dell’assessorato, Ama aveva uno dei migliori manager d’Italia come Bagnacani, domando alla sindaca perché abbia lasciato cadere tutto questo, per vedere il gatto e la volpe finire nella pancia della balena? Io me ne sono andata perché la sindaca ha fatto la scelta di bocciare il bilancio di Ama. In un’azienda che deve essere ottimizzata e su cui si stava lavorando per migliorare, bocciare il bilancio, tra l’altro senza motivazioni basate su idonea documentazione, è stato un errore gravissimo. Il problema va gestito giorno per giorno. Quando ci sono eventi che possono essere considerati non calcolabili, occorre mettere in piedi una task force municipio per municipio e andare a verificare se questa task force funzionava».
Sul rapporto con Cerroni. «Noi abbiamo riportato la legalità negli impianti, gestiti dal Commissario prefettizio. Abbiamo dato un contratto per stabilire la quantità di rifiuti che dovevano essere conferiti, senza essere strozzati dal punto di vista economico».
Sul piano rifiuti della Regione. «La Regione deve fare i piani, cioè dare un indirizzo strategico e intervenire sulla tipologia degli impianti. Noi abbiamo sempre trovato un dialogo aperto con Regione e Ministero. La Regione non è che ci abbia mai messo i bastoni tra le ruote. Non condividevo con la Regione l’utilizzo delle discariche. Se il nostro piano fosse realizzato nei tempi indicati non ci sarebbe bisogno di discariche».