“La Regione Lazio apra un tavolo di confronto con i sindacati”. A chiederlo è la Cisl Medici Lazio a fronte della Ordinanza della Regione che, nel disporre ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019, detta l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale per le categorie dei medici e personale sanitario, sociosanitario di assistenza, operatori di servizio di strutture di assistenza, anche se volontario con decorrenza dal prossimo 15 settembre 2020.
“La mancata vaccinazione per queste categorie, non giustificabile da ragioni di tipo medico, comporta l’inidoneità temporanea a far data dal 1° febbraio 2021, allo svolgimento della mansione lavorativa, ai sensi dell’art. 41, comma 6 del D. lgs. 81/2008, un D. Lgs che qui viene richiamato salvo poi essere stato magari disatteso quando per un non breve periodo di tempo noi medici e gli altri operatori sanitari ci siamo ritrovati a fronteggiare la malattia da Covid-19 in carenza o assenza di idonei DPI, dispositivi di protezione individuali, in un balletto su mascherine si e mascherine no e sulla tipologia delle stesse – prosegue la nota della Cisl Medici”.
“La Cisl Medici Lazio – nella persona del suo segretario regionale Luciano Cifaldi – evidenzia come nel pieno di questa pandemia, sarebbe stato opportuno, se non doveroso, aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per approfondire il fondamentale tema del rapporto tra la tutela della salute, intesa come interesse della collettività, e la sua garanzia quale diritto della singola persona e si appella alla sensibilità politica ed istituzionale dell’Assessore alla Sanità per iniziare un confronto su temi e diritti costituzionalmente garantiti”.