Con una determina dirigenziale il Comune di Pomezia ha dichiarato decaduta la Concessione Demaniale Marittima n. 02 del 2005, la cui titolarità fa capo alla la Ditta “Costruzioni Miramare Srl”. L’area in oggetto è niente meno quella dell’Ecomostro di Torvaianica, al secolo come l’Albergo Miramare (o Biagio); dopo la messa in sicurezza dello stabile operata “in danno” dal Comune di Pomezia – divenuto negli anni covo di “invisibili”, degrado e sporcizia – un altro tassello si aggiunge all’annosa questione burocratica che vede la struttura ormai fatiscente fare da (pessimo) biglietto da visita al litorale pometino.
E’ di oggi infatti la notizia della decadenza della concessione rilasciata a suo tempo alla Costruzioni Miramare Srl; a determinare il provvedimento tutta una serie di cause: dai canoni demaniali non pagati (dal 2011 al 2016, per un totale di circa 8mila euro), al mancato rispetto di un’ordinanza di demolizione (datata 2009), nonché per abusivismo edilizio unitamente al non rispetto di altri obblighi assunti con l’ente. Tutto specificato qui, nella determina a firma dell’Ing. Curci – dirigente del settore lavori pubblici – n. 1025 del 17/08/20189.
L’aspetto senza dubbio più eclatante riguarda quello dell’abusivismo edilizio. “La Ditta “Costruzioni Miramare Srl”, è titolare della Concessione […] per l’occupazione
di un’area demaniale marittima di mq. 800, con sede in Torvajanica, P.zza Ungheria, allo scopo di mantenervi una veranda ed un’area per posa tavoli e sedie“, recita l’incipit del testo.
Ma da verifiche effettuate è stato riscontrato che “sono state realizzate illegittime superfetazioni delle strutture presenti sulla spiaggia” tra cui “una piscina termale di forma irregolare di circa 150 mq, parzialmente coperta da una struttura di mq. 159, nonché un bagno turco, un locale interrato e le relative scale di accesso allo stesso”. Il tutto però “senza alcuna autorizzazione, alterando così lo stato dei luoghi per come dedotti nel titolo concessorio”. Per tutto questo, non a caso, il 6 agosto del 2009 era stata emessa un’ordinanza di demolizione mai attuata, anche in virtù delle vicende relative alla proprietà dell’Ecomostro stesso (passato nel frattempo ad una società diversa, ndr) e ad ulteriori questioni strettamente legate alle procedure fallimentari.
Da qui, dunque, e per tutti gli altri motivi sopra esposti, la decisione del Comune di procedere alla revoca della concessione dopo il preavviso presentato lo scorso anno; per contro, si apprende dagli atti, “nessuna controdeduzione” è stata avanzata nel frattempo dalla ditta su quanto prodotto dagli uffici di Piazza Indipendenza.