Ecomafia. La lotta alle ecomafie diventa sempre più tassativa, mentre i signori dello smaltimento illecito dei rifiuti crescono a dismisura, nel fatturato e nei numeri, continuando ad avvelenare il nostro territorio. Si fanno pagare cifre stracciate rispetto alla concorrenza, per poi sversare i liquami da smaltire dentro terreni, reti idriche, pozzetti pubblici e discariche abusive. Tutto quello che poi finirà sulle tavole nostre e dei nostri figli.
L’operazione contro l’ecomafia tra Lazio e Calabria
Questa mattina, all’alba, la Polizia di Stato ha eseguito, tra il Lazio e la Calabria, misure cautelari, sequestri preventivi e perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti gravemente indiziati di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, altri delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato. Al capo dell’organizzazione, un soggetto calabrese in passato già colpito da due interdittive antimafia, è stata applicata la custodia cautelare in carcere, mentre sette consociati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e due al divieto di esercitare attività imprenditoriali.
Liquami pericolosi nel terreno e nelle reti pubbliche
L’indagine è iniziata a partire dalla denuncia di Acea ambiente. Denuncia avvenuta nei confronti di una società di Ariccia aggiudicataria di una gara d’appalto per l’affidamento del servizio di carico, trasporto e smaltimento di rifiuti liquidi prodotti nell’unita locale di Acea ambiente di Aprilia. La società incaricata avrebbe dovuto trasportare i liquami alle discariche autorizzate per le procedure di smaltimento. Gli elementi investigativi a disposizione fanno invece ritenere che la società sversasse i rifiuti liquidi su terreni o in pozzetti fognari della rete pubblica. Senza il preventivo trattamento, apponendo sui formulari di identificazione rifiuti (F.I.R.) falsi timbri delle società autorizzate allo smaltimento dei liquami. Tutto questo allo scopo di attestare il “ciclo del rifiuto” ed ottenere i pagamenti delle prestazioni da parte di Acea Ambiente. La società indagata aveva vinto anche altri appalti pubblici con enti locali romani. Tra questi, anche quello per lo smaltimento di liquami provenienti dai campi rom capitolini. Ora tutte le attività sono in mano alle operazioni di Polizia. Sequestri preventivi per circa 3 milioni di euro.