La chiamano la città fantasma e si trova in Turchia. Il motivo sono 587 castelli abbandonati: la storia avvincente di uno spazio senza tempo.
Burj Al Babas Villa detta anche la Disneyland turca. Il motivo sono i panorami mozzafiato che non lasciano scampo alla fantasia. Un Paese rinomato come quello in cui è stato girato Rosso Istanbul non può non avere posti del genere da scoprire. Questa è un’area che avrà più di 10 anni – in chiave moderna – quella zona c’è sempre stata, ma in precedenza era un’area boschiva.
Poi è stata abbattuta e riqualificata nel tempo. Questione di marketing, ma adesso sta dando i suoi frutti. La ragione principale è che sembra di essere catapultati dentro Prince Of Persia. Le sabbie del tempo. Un tempo che scorre senza tener conto delle attrazioni mozzafiato che può garantire questa zona: 587 castelli abbandonati in realtà sono la giusta premessa per il benessere.
Alla scoperta de “La città fantasma”
Viene tutto utilizzato come un grande albergo al pari di un film di Wes Anderson. Senza essere a Budapest. Non poteva esserci premessa migliore in tal senso. Questo fa sì che centinaia di migliaia di turisti arrivano da tutto il modo per ammirare scorci mozzafiato. L’impressione è quella di essere catapultati in un libro di storia, tra Salgari e Sepulveda.
In Turchia c’è anche tutto il fascino dell’Oriente. Sebbene la cartina non sia proprio fedele, le ricostruzioni danno l’impressione di vivere all’interno di un romanzo storico. Ecco perchè i prezzi sono così alti, un soggiorno simile costa quanto 3 settimane in un qualsiasi hotel di lusso di Las Vegas.
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Il motivo sono le suggestioni che garantisce, infatti – guardando le recensioni – nessuno si è mai lamentato. Anzi, tutti vogliono andare in Turchia per ammirare questo angolo di paradiso. Sabbia, tramonti, architettura vintage. Non serve altro, al netto di una curiosità viva ed emozioni forti. La meta giustifica il viaggio e anche determinate promozioni. Il prezzo di costo – nonostante tutto – è concorrenziale. Anche se in maniera elevata. Il lusso si paga, figuriamoci un’avventura.