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DUNE DI VIA ISCHIA: DALLA RIPIANTUMAZIONE ALLA COMPLETA DISTRUZIONE

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Avevano appena fatto in tempo a ricevere i complimenti per l’iniziativa intrapresa a salvaguardia delle dune di Torvaianica, i volontari di Fare Verde, quando si sono resi conto che alle belle parole di qualcuno sono seguite azioni di tutt’altro genere da parte di qualcun altro. Le dune di via Ischia, da tempo segnalate come a rischio distruzione totale, dopo l’inizio di ripiantumazione effettuato da Fare Verde lo scorso sabato hanno visto il passaggio delle ruspe dopo appena tre giorni.

“Il 14 Dicembre 2011 – hanno denunciato i volontari – la duna è stata recintata ed ingabbiata per edificarvi sopra. Presenti Vigili Urbani, Carabinieri, i volontari dell’associazione ed alcuni cittadini immobili davanti allo sventolare di un permesso per edificare che finora era stato sempre negato proprio per le norme di tutela esistenti”.

L’associazione, che ormai da anni presenta esposti alle autorità per quanto di anomalo sta accadendo in quel tratto di spiaggia, non si arrende, e spiega la storia delle dune di via Ischia. “Nel 2005 era nel pieno delle sue funzioni,  ricca di piante autoctone di ogni tipo, dalla zona antistante alla zone retrodunale come chiaramente si evince dalle foto dell’epoca e dal censimento che nel 2005 Fare Verde realizzò proprio per l’attenzione ambientale che l’associazione aveva posto su questa area. Da allora, pur se protetta da norme a tutti i livelli e perfino dal Regolamento comunale del verde di Pomezia, ha subito certosini passaggi di ruspa annuali  documentati e puntualmente consegnati alle autorità. A protezione dell’area scaturirono ordinanze sindacali che intimavano la proprietà di effettuare eventuali pulizie solo a mano ed in presenza di un agronomo nominato dal Comune ma sempre tutto puntualmente ignorato dalla proprietà. Probabilmente i recenti disastri, comprensivi di vittime, che stanno accadendo in tutta Italia per la cementificazione eccessiva e per l’incuranza delle più elementari norme di tutela ambientale ed idrogeologiche continuano a non insegnare nulla. Anche a Torvaianica, l’inverno scorso, per le forti mareggiate e la continua asportazione di sabbia, è dovuta intervenire, con soldi pubblici, la Protezione Civile per creare delle barriere di massi che evitassero la distruzione dei manufatti costruiti sulla spiaggia”.

“L’Associazione Fare Verde – proseguono i volontari – rilevata l’inefficacia, nel nostro territorio, dell’Ufficio di Tutela Ambientale, e constatato che nessun altro avrebbe fermato la scellerata distruzione di un pezzo di patrimonio cittadino, alcuni mesi fa ha provveduto a presentare un dettagliatissimo esposto, alla Guardia Forestale competente per la nostra area che ha scaturito opportune indagini. Il Sindaco Enrico De Fusco a Luglio di quest’anno si era discolpato dalle accuse di Legambiente, che con la Goletta Verde aveva dato la “bandiera nera” a Torvajanica per l’edificazione sulla spiaggia. Il Sindaco attaccò Legambiente dicendo che la colpa non era sua bensì dell’eredità dell’edificazione selvaggia degli anni  60/70. Per tale motivo la sua amministrazione era disposta a concedere il triplo di cubatura in altro luogo a chi fosse disposto ad abbattere la propria casa sulla spiaggia e aggiunse: “Bisogna spingere i proprietari di quelle case a fare una scelta di civiltà, ed è proprio quello che sta facendo la nostra  amministrazione”. Allora perché non si fa nulla per fermare questo scempio?”.

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