L’Europa ha dettato regole precise in merito all’inquinamento atmosferico. Parametri da rispettare per garantire ai cittadini una buona qualità dell’aria e quindi il benessere personale. Per verificare qual è lo stato di salute dell’aria Legambiente ha effettuato uno studio apposito presentando il ‘Rapporto Aria Pulita’, nell’ambito della Settimana Europea per la Mobilità.
Roma ‘non ha una buona qualità dell’aria’
Da questo studio è emerso che Roma ‘non ha una buona qualità dell’aria’. Una segnalazione alla quale l’associazione ambientalista offre anche soluzioni sottolineando l’importanza di una mobilità sostenibile nella quale devono impegnarsi tutti, indistintamente. Bisognerebbe puntare, secondo Legambiente su nuove linee tramviarie, prolungamenti della metro, potenziamento della rete TPL, ciclovie, rete ferroviaria e sharing mobility. Tutti mezzi pubblici che andrebbero preferiti alle auto private, per la salvaguardia dell’ambiente.
Viterbo è la città del Lazio più virtuosa in merito alla qualità dell’aria
Ma a fronte della Capitale che dimostra una certa sofferenza sul tema ambientale, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’aria, c’è un centro del Lazio dove la situazione è ben diversa: l’aria è la migliore della Regione. Stiamo parlando di Viterbo che a fronte di un limite di Pm 2,5 fissato a 25 milligrammi a metro cubo, questa città ne conta solo 10, contro i 14 di Roma, i 13 di Rieti, i 17 di Frosinone e i 12 di Latina. Per quanto riguarda, invece la concentrazione di Pm10, Viterbo si attesta sui 19 microgrammi per metro cubo. Roma a 27, Frosinone a 27, Latina a 22 e Rieti a 20. Per Diossido di azoto, infine, il cui limite massimo è fissato a 40, Viterbo ne conta 20, Roma 33, Frosinone 27, Latina 22 e Rieti 14.
Legambiente: ‘decresce troppo lentamente l’inquinamento atmosferico’
Per quanto tutte le principali città del Lazio siano attestate sotto la soglia massima, resta il fatto che Viterbo è la più virtuosa. Un risultato che emerge dalla storica campagna di Legambiente contro l’inquinamento, pubblicata solo qualche giorno fa. Uno studio nel quale emerge che ‘decresce troppo lentamente l’inquinamento atmosferico nelle città italiane mettendo a rischio la salute dei cittadini che cronicamente sono esposti a concentrazioni di inquinanti troppo elevate’.
Cosa possono fare le città per migliorare la qualità dell’aria e quindi la salute pubblica
Il rapporto ‘Mal’aria’ dell’associazione ambientalista parla chiaro: ‘ Le città possono fare molto. Essere il motore del cambiamento’ purchè attuino una serie di misure volte a contenere e diminuire l’inquinamento atmosferico, puntando soprattutto sul tema ‘della mobilità, uno degli aspetti fondamentali non solo per questa lotta, ma anche per garantire una migliore qualità della vita delle persone’.
Un impegno dal quale nessuno deve sentirsi esonerato: anche le cosiddette città virtuose devono proseguire
Per garantire il risultato nessuno deve sentirsi esonerato dall’impegno, secondo Legambiente. ‘Anche le città più virtuose possono puntare ad abbassare ulteriormente le proprie concentrazioni’. Un discorso rivolto anche a Viterbo, quindi, che può migliorare ulteriormente la qualità della sua aria ‘per raggiungere valori raccomandati dall’Oms’. L’impegno deve essere volto ad ‘abbattere del 50% le proprie concentrazioni, ‘nel caso di Viterbo, Grosseto, Livorno, del 44% per Macerata, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Agrigento, Enna e del 29% per Trapani’ spiega Legambiente.
Fondamentale la collaborazione delle istituzioni, ma anche dei cittadini
Il risultato, secondo l’associazione, va perseguito attraverso la collaborazione delle istituzioni: Governo e amministrazioni locali, con la partecipazione dei cittadini che dovrebbero prediligere la mobilità sostenibile all’utilizzo delle proprie vetture, riuscendo ad allontanarsi dall’idea che sia possibile muoversi solo attraverso un mezzo privato. Ma in questo modo di pensare, giocano un ruolo predominante le istituzioni che devono offrire ai propri cittadini la possibilità di spostarsi comodamente con mezzi pubblici sostenibili. Tutto questo per arrivare a raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2030 di ‘Aria pulita’ così come fissato dall’Ue e limitare il più possibile conseguenze di salute provocate da aria insalubre: asma e problemi cardiovascolari.