Dopo Quarto della Zolfaratella, ecco di nuovo la Solfarata. L’incubo discarica e stoccaggio rifiuti incombe sempre più su Pomezia, nonostante sull’ipotesi di un post Malagrotta al confine tra Roma e Pomezia sia intervenuto anche il deputato e coordinatore dei dipartimenti del PDL, Renato Brunetta, il quale ha presentato il 7 Agosto un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini ed al Ministro dei Beni e Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, per avere chiarimenti sull’individuazione della zona a ridosso della cava di zolfo del XXII Municipio per la realizzazione di una mega discarica dove conferire i rifiuti della Capitale. L’ex Ministro ha manifestato il suo dissenso, in quanto gli “aspetti storico-culturali di massimo rilievo delle zone in questione ne risulterebbero immediatamente compromesse”. Brunetta chiede che venga valutato “il notevole valore archeologico del luogo, che ospita la ‘grotta del Fauno’, sito dell’antico oracolo dei Latini e meta delle genti italiche citato da Virgilio nell’Eneide”, come si legge nel documento presentato alla Camera, ricordando che “lo stesso è compreso sia all’interno del ‘vincolo paesistico’ tra la via Laurentina e via Ardeatina, sia all’interno della ‘riserva naturale di Decima-Malafede’ e che, quindi, rientra nel novero della aree vincolate considerate di pregio”. Ma soprattutto che “la stessa zona, è disseminata di altre discariche, delle quali due presenti a Porta Medaglia; due in via Ardeatina; una a Fioranello, una in località Selvotta, diversi recuperi ambientali tra via Laurentina e Santa Palomba e una rilevante discarica di rifiuti pericolosi a Falcognana”, oltre al fatto che “in territori limitrofi è presente la discarica di Albano, il previsto inceneritore di Roncigliano e la discarica di amianto a Pomezia” e che “la mobilità del quadrante, in particolare della via Ardeatina, risulta già al collasso per via del transito dei mezzi pesanti da e per le discariche e dalla zona industriale di Santa Palomba”. Ma l’interrogazione va oltre, andando nel passato, quando la stessa zona “era già stata oggetto di studi per la realizzazione di una discarica, che si erano conclusi con una valutazione negativa, e che l’area si trova in una ex cava di zolfo con consistenti emissioni di gas dal sottosuolo”, per poi passare al presente, che incombe soprattutto sui cittadini di Pomezia. “Lo scorso 31 luglio è stata depositata una richiesta di valutazione di impatto ambientale (VIA) presso il competente ufficio della Regione Lazio, che ha per oggetto proprio la realizzazione di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti urbani speciali pericolosi e non, in località Zona Industriale Solfarata”. La richiesta, inoltrata da Simona Tartabini, legale rappresentante della MAD-GST di Nettuno, è stata protocollata lo stesso giorno anche presso il Comune di Pomezia, e riguarda la “Realizzazione impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti urbani speciali pericolosi e non in loc. Zona Industriale Solfarata”. Sia alla Regione che al Comune sono stati depositati i progetti, con “Ubicazione, conteggi superfici e volumi, piante, prospetti e sezioni”, “Lay out impianto”, “Planimetria generale con rappresentazione dei sistemi fognari acque domestiche e meteoriche, rete di adduzione idrica”, “Planimetria generale con individuazione dei punti di emissione e trattamento degli scarichi in atmosfera”, la “Determinazione in merito alla richiesta di Permesso a Costruire presentata con Prot. n. 57856/03 del 18/11/2003”, la “Domanda di concessione di derivazione d’acqua prot. n. 4313 del 12/05/2000 e Relazione Geologico-tecnica allegata alla richiesta di concessione per estrazione ed utilizzazione di acque da falda sotterranea del 03/04/2000 a firma del dott. Geol. Enzo Massaro” e lo “Studio preliminare ambientale”, il tutto correlato dal “Certificato di destinazione urbanistica vigente” e dall’avviso pubblico di attivazione della procedura pubblicato nel Bollettino Ufficiale Regione Lazio del giorno 31 Luglio 2012. Una documentazione che fa pensare che molti giochi possano essere già stati fatti, in barba a quanto affermato dal sindaco Enrico De Fusco, fortemente contrario all’ipotesi della discarica sul territorio comunale di Roma confinante con Pomezia e di nuovi impianti su Pomezia. Con l’accettazione dei documenti protocollati dalla MAD-GST, il Dirigente all’Ambiente Renato Curci, nel trasmettere l’istanza per la pubblicazione nell’Albo Pretorio per i 45 giorni di prassi, ha specificato che la documentazione progettuale è consultabile il martedì ed il giovedì dalle 9:00 alle 12:00 presso l’Assessorato all’Ambiente.
Mentre Brunetta chiede ai Ministri Clini ed Ornaghi “se non ritengano opportuna una valutazione congiunta preventiva della situazione, prima che l’ipotesi possa materializzarsi e destare forme di resistenza da parte di Istituzioni ed Associazioni Culturali, nonché da parte di realtà ambientaliste territoriali”, a Pomezia sarebbe il caso che associazioni ed Istituzioni si muovano per impedire che quello che al momento è solo un presentimento possa diventare realtà. Si attendono quindi le reazioni dei vertici del Comune di Pomezia, dall’Assessore all’Ambiente al Sindaco, per capire quante siano le possibilità reali che la MAD-GST, che ha già uno stabilimento in via della Solfarata 156, possa costruire un nuovo impianto di stoccaccio e trattamento dei rifiuti – il quinto, visto che su Pomezia ne esistono già altri quattro – a poche centinaia di metri dalle abitazioni di Santa Palomba.