Nella giornata di ieri più di 150 uomini della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di PS “Romanina” hanno dato esecuzione all’Ordinanza Applicativa di Misure Cautelari Personali e Reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di appartenenti al “clan Casamonica”. E’ stata data esecuzione anche al decreto di sequestro di beni ai fini della confisca emesso dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione per un valore di circa 20 milioni di euro.
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Blitz contro i Casamonica, le intercettazioni
La conferma della struttura orizzontale e dell’autonomia delle diverse famiglie che compongono il clan CASAMONICA, proviene direttamente dalle intercettazioni svolte nel corso delle indagini. Significativa in tal senso è la conversazione in cui il fedelissimo sodale PACE Daniele, rispondendo al suo interlocutore sull’importanza del sodalizio criminale al quale appartiene, asserisce esplicitamente “a Roma? la prima!”, confermando altresì l’assenza di una compagine piramidale: “ma non c’hanno una piramidale loro”. Il senso di appartenenza ad una associazione di stampo mafioso equiparabile alle consorterie “tradizionali” -camorra o la ‘ndrangheta- e il riconoscimento della sussistenza del vincolo associativo vengono ribaditi in modo esplicito nel corso di un’altra emblematica conversazione captata durante l’attività tecnica.
CASAMONICA Guido, figlio di Ferruccio cl. 50, lamentandosi dei provvedimenti giudiziari emessi nei confronti di altri membri del clan, afferma che l’annientamento del sodalizio è finalizzato a consentire alle organizzazioni forti di mettere le mani su Roma:
DEVONO FAR ENTRARE … DEVONO FAR ENTRARE …ORGANIZZAZIONI FORTI A ROMA ECCO PERCHÈ CE VONNO DISTRUGGE A NOI!! LA CAMORRA E LA N’DRANGHETA
Sottolineando, poco dopo, che la presenza dei CASAMONICA sul territorio consente di PROTEGGERE la Capitale, sottraendo conseguentemente la città al controllo dei clan camorristici e delle cosche calabresi:
PERCHÈ I CASAMONICA PROTEGGONO ROMA ..INVECE HANNO STUFATO… I NAPOLETANI VONNE ENTRA’..LA CAMORRA VO’ ENTRA’ A ROMA E I CALABRESI VONNO ENTRA’ A ROMA. JE DA FASTIDIO PERCHÈ NOI PROTEGGEMO ROMA
Nel corso delle attività è stata ricostruita la storia dei due gruppi familiari nel corso dell’ultimo ventennio – anche attraverso l’acquisizione dei diversi provvedimenti adottati nel tempo dall’Autorità Giudiziaria – e si è riscontrato che le attività illecite, commesse dai componenti dei due sodalizi criminali, sono rimaste quasi del tutto immutate.
I due nuclei familiari dei CASAMONICA –strettamente legati da vincoli di parentela- hanno operato in diversi quartieri della Capitale (Romanina, Anagnina, Tuscolano) nonché verso i comuni limitrofi di Grottaferrata, Frascati, Albano, Monte Compatri e San Cesareo, radicandosi sul territorio nel corso di oltre vent’anni e riuscendo a ostentare, per il solo fatto dell’esistenza di un gruppo egemone di una comunità etnica di cospicue dimensioni presente sul territorio di Roma, una capacità di intimidazione effettiva.
Le dichiarazioni rese dai collaboratori– tutte coincidenti sul tema dell’utilizzo del metodo mafioso, dell’individuazione di un effettivo potere di intimidazione manifestato dal clan CASAMONICA e sulle condizioni di assoggettamento delle vittime – hanno rinvenuto numerosi elementi di riscontro, anche in merito alla realizzazione di innumerevoli reati scopo quali usura, estorsione, esercizio abusivo di attività finanziaria e intestazione fittizia di beni.