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Delitto di via Poma, le nuove piste suggerite dall’avvocato della famiglia Cesaroni

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Simonetta Cesaroni

Sono passati quasi 34 anni dall’omicidio di Simonetta Cesaroni, la 20enne uccisa il 7 agosto del 1990. Anni di indagini e ricerche della verità che, a quanto pare, non hanno portato a sciogliere i nodi di uno dei gialli italiani più intricati. E oggi del ‘cold case’ torna a parlare il legale della famiglia della giovane assassinata con 29 coltellate in un ufficio dell’associazione italiana Alberghi della gioventù di via Poma a Roma, l’avvocato Federica Mondani.

Omicidio Simonetta Cesaroni
Lo stabile di via Poma dove Simonetta è stata trovata cadavere – foto Wikipedia – (ilcorrieredellacitta.com)

L’avvocato Mondani ha chiesto di ‘non abbandonare la pista dei Vanacore’

A fronte dell’archiviazione delle posizioni di Mario Vanacore, figlio del portiere Pietro, morto suicida, anche quest’ultimo indagato per l’omicidio, ma poi prosciolto, l’avvocato dei Cesaroni, nel rilasciare un’intervista a FqMagazine ha esortato a ‘non abbandonare questa pista’. Insomma secondo la Mondani bisogna scavare ancora tenendo attenzione ai Vanacore, ma sui motivi sottolinea di non poter parlare.

La sorella di Simonetta: ‘Indagate anche sul presidente dell’associazione Alberghi della Gioventù’

Nonostante gli accertamenti peritali abbiano escluso il coinvolgimento del portiere e del figlio, c’è anche la sorella di Simonetta, Paola Cesaroni, a caldeggiare l’idea che sui due e su Caracciolo occorre proseguire le indagini. Una lotta per la verità quella della famiglia di Simonetta che, nonostante il trascorrere del tempo, spera ancora di sapere cosa successe nel pomeriggio del 7 agosto del 1990 in quell’ufficio dove proprio Paola trovò il corpo dilaniato della sorella. Simonetta non era tornata a casa come al solito quella sera ed è stato così che intorno alle 23.30 la sorella e il fidanzato andarono a cercarla in ufficio.

Simonetta Cesaroni
Simonetta Cesaroni, omicidio di via Poma (ilcorrieredellacitta.com)

La denuncia per abusi di una coetanea di Simonetta

A indirizzare Paola Cesaroni sulla pista del coinvolgimento dell’avvocato Caracciolo di Sarno, morto nel 2016, solo qualche settimana fa c’è stata la denuncia di una donna circa abusi subiti dall’avvocato che era anche presidente dell’associazione Alberghi della Gioventù, dove Simonetta lavorava come contabile. Caracciolo Di Sarno sentito subito dopo la scoperta del cadavere in via Poma disse che non si trovava a Roma, ma nel rietino per accompagnare la figlia all’aeroporto. Un alibi confermato da quest’ultima, ma che crollò diversi anni dopo, quando la sua portinaia disse di averlo visto il 7 agosto del 1990 a Roma, nella sua casa.

Le indagini della Procura sulla violenza

La Procura di Roma, dopo la denuncia della donna, anche lei 20enne come Simonetta all’epoca dei fatti, per abusi sessuali da parte del presidente dell’Associazione, ha aperto un fascicolo di indagine. Non solo Paola Cesaroni ha ritenuto questo elemento fondamentale per le indagini sull’assassinio della sorella, ma anche l’avvocato Federica Mondani che, per quando preferisca non entrare nel dettaglio degli sviluppi investigativi, sembra essere cerca che la pista dei Vanacore e di Caracciolo sia ancora da battere per arrivare alla verità sulla morte di Simonetta.

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