Pomezia è un Comune alle porte di Roma, scelto soprattutto per il suo mare d’estate, con la costa di Torvaianica, quale punto di riferimento per tantissimi romani. La città ha però molto da offrire nonostante la sua “breve” storia: dall’arte, alla cultura, ai monumenti (alcuni troppo spesso non considerati come meriterebbero) fino ad arrivare ai parchi divertimento.
E poi c’è il buon cibo. Considerando la vicinanza con la Capitale da un lato e la presenza del mare dall’altro, è facile intuire che le proposte enogastronomiche si incentrano soprattutto rispettivamente sui piatti della tradizione romana e sui prodotti ittici. Ma sapevate che Pomezia ha anche dei piatti tipici? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Alla scoperta dei piatti tipici Pomezia
Da Piazza Indipendenza, con la sua torre civica, al borgo di Pratica di Mare (purtroppo oggi non accessibile), passando per i musei, fino al lungomare, senza tralasciare i parchi divertimento, e alcune bellissime aree naturali presenti sia a Torvaianica che nei dintorni della città, il territorio di Pomezia è tutto da scoprire. Questo per quanto riguarda alcune pillole su cosa vedere in città (qui trovi la guida completa): che dire però dell’offerta enogastronomica?
Sicuramente, se si sceglie la parte del litorale di Torvaianica, il pensiero non può che andare al pescato e ai ristoranti di pesce. Sul lungomare, sia andando verso Ostia che nella direzione opposta, in direzione Ardea/Anzio, la proposta è ricca e variegata con tantissime proposte per tutte le tasche. Dai ristoranti, storici, di pesce (due nomi su tutti: Schiano e Zi Checco), a quelli di carne, oppure le trattorie e le pizzerie (tra cui quella anche qui storica di Vivarelli). Presenti anche alcune alternative di cucina straniera, ad esempio cinese e giapponese, spostandoci anche nella zona del centro. La scelta, insomma, non manca.
Anche in città lo scenario è il medesimo: troviamo sempre pizzerie, ristoranti di cucina romana, nuovamente qualche alternativa di pesce, fino ai fast food delle catene più famose. Locali che propongono cucina cinese e giapponese completano nuovamente il ventaglio di scelta per i cittadini e turisti, anche d’affari. Non mancano poi alcune eccellenze: come la Locanda Marchesani, inserita recentemente nella prestigiosa Guida Michelin.
I torvicelli
Questa, sintetizzando molto, è una panoramica su ciò che è possibile mangiare in città e lungo la costa. In apertura abbiamo però detto che il territorio vanta anche alcuni piatti tipici: già, ma quali sono? Sicuramente il più famoso è il Torvicello, che può contare ormai su una tradizione lunga 20 anni. Ogni anno a questo piatto è dedicata una sagra che si svolge generalmente nel mese di luglio; inoltre in molte attività del territorio è possibile assaggiarli nelle numerose sue varianti e a Torvaianica, vale la pena di ricordare, esiste un locale dedicato interamente a questo prodotto (il Torvicello Bistrot, ndr).
La storia
Chi ci segue da tempo sa che in più occasioni Il Corriere della Città ha avuto modo di conoscere l’ideatore di questa pietanza, Marco Giuliani, noto pastaio del territorio e titolare dell’omonimo negozio sulla via centrale di Pomezia, Via Roma. Precisiamo tuttavia che con il termine Torvicello si fa riferimento innanzitutto al tipo di pasta utilizzato, unico e che lo differenzia dagli altri formati, e, in secondo luogo, ad una ricetta classica che lo identifica come piatto tradizionale; dopodiché negli anni sono nate molte varianti, così che oggi è possibile assaggiare i Torvicelli in varie declinazioni secondo le versioni proposte dagli chef di turno.
Il torvicello “classico”
Va da sé che, se volete provare questa tipologia di pasta nella sua versione originale, l’invito non può che essere quello di passare dalla Pasta all’Uovo Giuliani. Ma che cos’è in buona sostanza il Torvicello? Creato per l’appunto da Giuliani e Patrizia Ricci nel 2003, è una sorta di spaghettone alla chitarra (un richiamo alla tipica preparazione abruzzese) che viene realizzato ancora oggi a mano mescolando ben tre farine diverse: farina di farro, farina tipo 0 e farina integrale.
La pasta, venendo ora alla ricetta tradizionale, una volta cotta in abbondante acqua salata, viene fatta mantecare in una padella piuttosto ampia nella quale si fanno sciogliere leggermente delle alici fresche insieme al pomodoro San Marzano, a un trito di aglio e cipollotto, il tutto condito con peperoncino, basilico e finocchio selvatico. Una volta pronto, si condisce il tutto con una spolverata di pecorino romano DOP, dando così a questo piatto un “twist” decisamente piacevole.
Il rigatorre
Gemello del torvicello è il rigatorre, creato in tempi più recenti sempre da Marco Giuliani. In questo caso il richiamo va al simbolo della città, ovvero la torre di Piazza Indipendenza, mentre per quanto riguarda la ricetta classica abbiamo una preparazione (ideata dallo chef Daniele Ciaccio) con ragù di carni bianche, scamorza, melanzane fritte. Anche in questo caso le varianti non mancano.