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Perché si chiama Maritozzo?

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Maritozzo

La città di Roma racchiude in sé tanti simboli iconici, non solo bellezze storiche e architettoniche, ma anche una cucina tipica rinomata in tutto il mondo. Tra i prodotti alimentari più rinomati, coda alla vaccinara e pajata a parte, come dimenticare il Maritozzo. Un dolce appetitoso composto da una brioche soffice ripiena di panna montata o anche di crema.

Un dolce legato all’istituzione del matrimonio

Ma come ogni pietanza, anche questa ha una sua storia. Un simpatico background che vuole il maritozzo legato a doppio filo con l’istituzione del matrimonio. Il Maritozzo fa parte della tradizione, è una vera e propria istituzione per i romani che nasce addirittura nell’antica Roma e che originariamente era una grossa pagnotta di pasta lievitata che veniva preparata per i pastori e i braccianti che erano costretti, per lavoro a stare fuori casa per l’intera giornata.

Il Maritozzo è stato incoronato: ‘Ottavo Re di Roma’

L’importanza che il dolce ricopre per Roma è tale da essere stato definito: ‘L’ottavo Re di Roma’, ed è finanche stata istituita una giornata nazionale del maritozzo che si celebra il 16 settembre. Insomma un vero e proprio caposaldo della tradizione culinaria capitolina e non solo, visto che molte altre città italiane hanno ‘rubato’ la ricetta e apportato modifiche, proponendone diverse versioni, anche salate.

Un regalo, ma anche una promessa di matrimonio

Ma l’origine del Maritozzo è prettamente romana. Un regalo di matrimonio del promesso sposo alla futura moglie. Da questo nasce il nome, un affettuoso vezzeggiativo, con un’espressione tipicamente in dialetto romanesco ‘er maritozzo’, al ghiotto dolce che veniva regalato alla sposa a marzo, nel giorno che oggi corrisponde alla festività degli innamorati, San Valentino, e al suo interno veniva nascosto il regalo matrimoniale simbolo dell’amore di coppia: generalmente un anello.

Come era all’origine la ricetta del Maritozzo

Nata come una pagnotta di farina, uovo e burro, con l’aggiunta di miele, ha assunto anche altre valenze. Nei dintorni di Roma, nelle campagne dell’agro romano, infatti, le ragazze in età da marito, cercavano di prendere per la gola i loro potenziali spasimanti. Al punto che veniva anche organizzata una sorta di sagra, nel corso della quale le donne in cerca di uno sposo, proponevano il loro personale maritozzo.

Tante le varianti alla ricetta classica

Una storia simpatica e anche affascinante quella dell’’ottavo re di Roma’ dalla quale sono scaturite tante varianti che, nel tempo, hanno conquistato altrettanta rilevanza. Vedi il maritozzo marchigiano: uno sfilatino con l’uvetta; il maritozzo siciliano: treccia ricoperta di zucchero a velo; e a seguire maritozzi al pistacchio, maritozzi con cioccolata, maritozzi alla nocciola e alla crema chantilly, per arrivare finanche a quello salato. E in quest’ultima versione se ne trovano con broccoli e salsiccia, con la ricotta, il pomodoro, il pesto, salmone, porchetta, patate e tanto altro ancora.

maritozzi
typical cake of the Lazio region in Italy called Maritozzo con la pann

Un dolce realizzato nei conventi in occasioni di feste e ricorrenze

Tornando alla storia in senso più stretto, il Maritozzo, ancor prima di diventare un regalo di nozze, sembra fosse un dolce che veniva realizzato durante le feste nei conventi. Una realtà meno conosciuta quest’ultima, secondo la quale solo nel 600 il maritozzo si sarebbe diffuso anche fuori dai luoghi di culto per arrivare sulle tavole di abitazioni private. Arrivo anche a ricoprire un ruolo religioso, era, infatti, l’unica pietanza con la quale si poteva interrompere il digiuno quaresimale. A seguire divenne simbolo di una promessa matrimoniale.

Brioche ripiena di panna o crema estremamente ricercato

Oggi è un dolce squisito ed estremamente ricercato, nella versione più tradizionale, da giovani e meno giovani, al termine di serate di svago o semplicemente per imbandire i tavoli della colazione, almeno nella sua accezione classica: un pan brioche di forma arrotondata che viene farcito con panna montana o anche con crema e, a volte, anche con l’aggiunta di pinoli e uvetta.

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