La tradizione culinaria romana è tanto ricca quanto ‘invidiata’ un po’ in tutto il mondo. Imitata, copiata, modificata, rimodulata, in tanti Paesi la cucina tipica romanesca è presa a esempio. Innegabile che si tratta di pietanze succulente ed estremamente gustose al palato. Ma nonostante i tentativi di emulare i vari piatti, per poter gustare uno dei tanti cibi previsti nel menù romano, bisogna raggiungere la Capitale e scegliere tra le varie trattorie o ristoranti che offrono qualità, magari anche a prezzi contenuti.
Tante le specialità della cucina romanesca
Tornando, però, alle specialità della città eterna, l’elenco è lungo: rigatoni alla carbonara, carciofo alla giudia, carciofo alla romana, tonnarelli cacio e pepe, supplì al telefono, fiori di zucca fritti, gricia, rigatoni con la pajata, gnocchi alla romana, pennette all’arrabbiata e così via. Ma uno dei piatti principali della tradizione romanesca è l’amatriciana.
L’Amatriciana ha una storia: ecco da dove ha origine
Nonostante questo appetitoso primo piatto riconduca i buongustai direttamente a Roma, la storia dell’amatriciana è legata ad altra località. Prende, infatti, il nome da Amatrice, la cittadina in provincia di Rieti, i cui pastori nel periodo della transumanza portarono nella Capitale. Si tratta di un condimento, perlopiù per bucatini, figlio della Gricia che consiste in pasta condita con olio, pepe e guanciale. Solo alla fine del XVII secolo alla ricetta fu aggiunta anche la salsa di pomodoro.
Le dispute sulla ‘paternità’ di una delle pietanze più note a Roma
L’amatriciana o matriciana ha creato anche delle dispute tra Roma e Rieti, ma la verità sembra essere che in passato i pescatori del Tevere erano soliti consumare una pietanza a base di guanciale e pecorino, che era chiamata matriciana, un nome che deriva dalla ‘matrice’ che non è altro che il timbro che veniva impresso sul muso del maiale. Ma storia a parte, anche qualora le origini non fossero propriamente romane, oggi parlare di Amatriciana riconduce il pensiero a Roma. E allora andiamo a vedere quali sono i locali più quotati, quali i ristoranti o le trattorie che meglio rispondono alla ricetta originale dell’Amatriciana.
Una ricetta fatta con ingredienti poveri, ma genuini
Gli ingredienti di questa ricetta sono essenzialmente considerati prodotti poveri, ma genuini: pecorino, guanciale e salsa. Dagli ingredienti basilari sono nate poi tante varianti, con cipolla, con bucatini invece che pasta corta, con peperoncino o senza, e così via. Tornando ai locali più rinomati di Roma per l’Amatriciana uno dei primi posti è occupato dalla trattoria Trecca, in via Alessandro Severo, dove è possibile assaggiare i migliori piatti tipici della tradizione romana. Un locale a conduzione familiare, gestito dai fratelli Trecastelli.
Tanti i locali romani dove è possibile gustare un’ottima Amatriciana
In via del Castelletto, invece, c’è un locale storico di Roma, ‘Cesare al Castelletto’, dove si rispetta pedissequamente la tradizione, con un’unica possibilità di variazione: la scelta della pasta corta o dei bucatini. Santo Palato è una trattoria più recente, ma non meno esperta nella preparazione di pietanze tipicamente romane, la sua notorietà è dovuta soprattutto alla carbonara, ma lo chef offre alla clientela uno stretto numero di ricette romanesche, realizzate con dovizia di particolari.
La Salumeria Roscioli in via dei Giubbonari, deve la sua fama alla tradizione, ma col tempo ha saputo modificare il menù arricchendolo anche di ulteriori pietanze. Da Armando Al Pantheon, ristorante storico nel quale si servono non solo romani, ma anche turisti in visita alla Città eterna che, magari, hanno già avuto modo di conoscere le qualità culinarie della famiglia Gargoli che gestisce il locale.
Tra le altre attività ‘maestre’ nella preparazione dell’Amatriciana: Conciabocca,Trattoria Pennestri, Enzo al 29, Flavio ai Quiriti, Romanè. Tutti locali nei quali un piatto di amatriciana costa tra gli 11 e i 15 euro.