Una domanda di non semplice soluzione quella che stiamo per proporvi. Questione che non manca di dare adito ad una polemica culinaria mai completamente sopita, ma anzi sempre pronta ad esplodere, a fare capolino tra i palati più esigenti. Il riferimento è tutto al seguente, annoso interrogativo: è nato prima il supplì o l’arancino? Alla stregua di altre, piuttosto complicate domande, come ad esempio: è nato prima l’uovo o la gallina? La questione apre un discorso che da sempre infiamma gli animi ed al quale, tutt’oggi, è difficile trovare una risposta unanime.
Arancino e supplì, due “gioiellini” dello street food
L’arancino ed il supplì fanno parte integrante dello street food, il “cibo da strada” che si è soliti consumare durante, ad esempio, una sagra o un evento di paese/quartiere. Cibo che scalda il cuore e l’anima, non è raro trovare tra i banchetti entrambe le golose prelibatezze. Partiamo dalle origini. Il supplì è romano, l’arancino è siciliano. Al di là di un certo campanilismo, è innegabile che tali “gioiellini” della cucina italiana abbiamo dei punti in comune. In primis, sono entrambi delle polpette di riso, impanate e fritto nella medesima modalità (secondo punto in comune) e che possono, infine (terzo aspetto comune) essere consumate a qualsiasi ora del giorno. Insomma, tre punti in comune non sono affatto pochi. Passiamo ora alle divergenze.
Le divergenze
Al netto dei punti in comune – come qualsivoglia relazione che si rispetti – ci sono anche delle diversità che contribuiscono a rendere arancini e supplì davvero unici e golosi. Partiamo prima di tutto dalla forma: l’arancino ha la forma di una “montagnella” mentre il supplì quella di un “siluro”. Il riso del supplì, invece, è al sugo mentre nell’arancino il cereale è condito con zafferano e noce moscata, da qui il caratteristico colore giallo e la consistenza maggiormente asciutta. Per quel che riguarda propriamente il ripieno, l’arancino contiene un ragù di carne ristretto e nella versione tradizionale con piselli, mentre decisamente diversa è la storia del supplì. Come non ricordare il ripieno “al telefono”? Denominazione, quest’ultima, che sta per molto filante. Infatti ogni supplì al suo interno contiene una striscia di mozzarella e quando si spezza questa deve filare, a rappresentare i fili del telefono di un tempo.
Tante golose varianti
Si sa, noi italiani eccelliamo – tra le altre cose – in quanto a fantasia e creatività. Peculiarità, quest’ultime, applicate anche al settore culinarie, supplì e arancini compresi. Tante le varianti di questi gioiellini dello street food, uno più golosa dell’altra, rendendo davvero difficile mettersi d’accordo su quale assaggiare. O – perché no, così da non scontentare nessuno – optare per assaporarne più di una.
Le origini dell’arancino e del supplì
Veniamo adesso alle origini, al nodo della questione, alla domanda da cui tutto ha avuto inizio: è nato prima il supplì o l’arancino? Rispetto alle prime tracce che si trovano di queste ricette, si viene a scoprire che, probabilmente, il supplì è un pochino più vecchio dell’arancino. La prima volta in cui il termine “arancino” compare in versione salata – prima ve ne erano solo di dolci – è nel Nuovo vocabolario siciliano italiano di Antonino Trina del 1868 e non è da escludere che sia proprio questa la fonte di ispirazione delle “crocchette di riso composte” del celebre gastronomo Pellegrino Artusi nel 1891.
Invece, il primo supplì fa capolino in una testimonianza scritta che risale al 1847, nel menù della Trattoria della Lepre a Roma con il nome di soplis di riso. La sua prima ricetta ufficiale risale però al 1929, scritta da Ada Boni e pubblicata ne “La Cucina romana”. In merito a tale annosa questione è bene però precisare che determinare quando una ricetta di uso popolare sia effettivamente nata resta senza dubbio un arduo compito.