I Castelli Romani sono un territorio tutto da scoprire, ricco di storia, cultura e meravigliose aree naturali. Il lago di Castel Gandolfo, quello di Nemi, la campagna romana, i suoi paesi dove la tradizione del passato si fonde con la modernità. A pochi passi dalla Capitale quest’area è sicuramente tra quelle più gettonate dai romani per le classiche gite fuori porta.
Ma i Castelli sono anche e soprattutto buon cibo e ottimo vino. Tante le specialità tipiche di questa zona la maggior parte delle quali presenti nelle famosissime fraschette (Ariccia in testa ma anche Frascati) e in generale nei tanti ristoranti sparsi qua e là sul territorio, dentro e fuori i centri abitati. E che dire degli incantevoli luoghi del lungolago? Qui insistono anche delle rinomate ville che ospitano eventi d’ogni sorta, dai ricevimenti esclusivi ai matrimoni. Insomma, i Castelli Romani sono davvero un patrimonio importante per il Lazio: oggi, in questo articolo, andremo alla scoperta di un piatto tipico di uno dei Comuni dell’area, Marino. Parliamo delle ciambelle al mosto, ecco tutto quello che c’è da sapere.
Cosa sono
Innanzitutto vediamo di cosa si tratta. Siamo nella sfera dei dessert ovviamente: è un dolce lievitato preparato nel periodo della vendemmia, tipico di queste zone tanto che ogni anno, ad ottobre, è possibile mangiarle nell’ambito della tradizionale (e imperdibile) sagra dell’Uva, giunta quest’anno – pensate un po’ – alla 99esima edizione. Si tratta di un appuntamento che ogni anno richiama migliaia di turisti e visitatori, all’insegna di vini prelibati, cucina tradizionale, mercatini artigianali il tutto con l’accompagnamento di musica e tantissime attività. Ebbene, tra i tanti prodotti che è possibile assaggiare ci sono anche loro, le mitiche ciambelle al mosto, ovvero Il prodotto non fermentato della pigiatura o torchiatura dell’uva.
La storia
Si pensa che la ricetta di questo dolce sia in realtà molto antica. Come sempre accade in questi casi, quando ci sono di mezzo patrimoni culturali tramandati di generazione in generazione, risalire a fonti storiche non è facilissimo: ad ogni modo si pensa risalga ad un incontro tra San Francesco e la sua discepola di Marino Jacopa De Sottesoli e da lì diventata nel tempo un piatto di riferimento della zona. Sicuramente dal XVII secolo in poi, quando la produzione del dolce in questa zona dei Castelli divenne cosa certa. L’ingrediente principale? Il mosto d’uva come detto, ovviamente.
La ricetta
Veniamo adesso alla ricetta della ciambella al mosto d’uva di Marino. Per non sbagliare, ed essere sicuri di avere a che fare con quella originale al 100%, abbiamo preso a riferimento il portale ufficiale della Sagra dell’Uva dove è spiegato passo passo come realizzarla. Ecco come fare.
Ingredienti
- 1kg di farina, metà manitoba e metà di tipo “00”
- 500 ml di mosto d’uva
- 150 g di zucchero
- 150 g di olio extra vergine d’oliva
- 250 g di uvetta
- 1 cucchiaino di sale
- 10 g di lievito di birra disidratato. In alternativa 35 g di quello fresco
Procedimento: i passaggi
Veniamo ora ai passaggi per prepararle. La prima cosa da fare è ottenere il mosto: prendete dell’uva bianca, passatela in un passa pomodori (va bene anche a mano), e mette a cuocere per 30 minuti il succo ottenuto. Eliminate la schiuma che si formerà e lasciatelo raffreddare. Ora possiamo dedicarci alle ciambelle. Dopo aver fatto scogliere il lievito in acqua tiepida aggiungere un cucchiaino di zucchero non appena si formerà la schiuma (deve essere abbondante); a quel punto versare il lievito sulla farina dopo averla disposta a fontana. Incorporare e coprire man mano fino ad avere una consistenza morbida. Lasciare a riposo il panetto per 30 minuti per farlo lievitare.
Il panetto va quindi sciolto nel mosto aggiungendo altra farina e l’olio d’oliva continuando ad impastare. L’impasto deve rimanere sempre morbido: aggiungere ora l’uvetta – che durante la lievitazione del panetto va lasciata a bagno in acqua tiepida per una decina di minuti – amalgamando con le mani unte d’olio. Adesso servirà un secondo step di riposto per il composto almeno 8 ore, stavolta in frigo dopo averlo avvolto nel cellophane. Trascorso questo tempo far stemperate l’impasto a temperatura ambiente per 2 ore circa.
E’ arrivato il momento di fare le ciambelle: polverizzate il tavolo di farina, formate delle grosse ciambelle e lasciatele lievitare in un luogo con 30° fino a quando non saranno ben gonfie. Procedere infine con la cottura: 200° per un quarto d’ora. A completare l’operazione, la spennellata di glassa formata da zucchero sciolto in acqua fredda. Le vostre ciambelle sono così pronte: adesso non vi resta che mangiarle e vedere come sono venute!