sempre dai racconti di chi ha lavorato in questa azienda, che qui gli esperimenti vengono condotti ad oltranza, fino alla morte. Chiediamo che la Menarini smentisca le nostre accuse non con un freddo comunicato o con denunce nei nostri confronti, ma dimostrando con i fatti che ci stiamo sbagliando: per questo vorremmo che una nostra delegazione possa entrare a visitare i laboratori, che possa verificare le condizioni di vita di queste bestiole”. “La vivisezione è inutile – hanno proseguito – in quanto è stato ampiamente dimostrato che le reazioni degli animali non sono completamente assimilabili a quelle umane: ci sono stati farmaci, risultati innocui durante i test sugli animali, che una volta messi in commercio hanno provocato la morte di migliaia di uomini. E non si tratta di nostre fantasie, ma di realtà verificabili. Le atrocità e le sofferenze a cui vengono sottoposte queste creature indifese sono indescrivibili. Noi vogliamo dare voce a chi non ce l’ha”. La manifestazione, iniziata alle 14, è proseguita pacificamente, tra cori di protesta a volte molto coloriti, fino alle 16:00, ora in cui ci sono stati attimi di forte tensione. Al passaggio di un’auto con a bordo una dipendente della Menarini gli animi si sono scaldati: alcuni
manifestanti hanno preso a calci la vettura, provocando la rottura del lunotto. Sono volati insulti e sputi, e qualcuno ha anche graffiato l’auto sulla fiancata. La dipendente è stata quindi protetta e scortata dal cordone di polizia fino all’inizio di via Tito Speri. La situazione è tornata tranquilla per circa un’ora, poi qualche altro momento di nervosismo ha macchiato una manifestazione dalle ottime intenzioni. Gli attivisti, nella speranza di andare tutti davanti ai cancelli della Menarini per urlare il loro dissenso, hanno tentato di oltrepassare il cordone formato da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Riportati alla calma, c’è stata una contrattazione che ha portato ad ottenere che una delegazione formata da una decina di manifestanti potessero arrivare fino all’entrata dell’azienda farmaceutica per attaccare gli striscioni di protesta. “Arrivare davanti a questo cancello è già un piccolo passo – hanno spiegato i delegati – perché finora non era mai successo. Adesso dobbiamo andare avanti, per cercare di ottenere sempre qualcosa in più, fino ad arrivare all’abolizione della vivisezione ed alla liberazione di tutti gli animali rinchiusi in queste gabbie”.
Un approfondimento sulla manifestazione sarà pubblicato sul prossimo numero de Il Corriere della Città, in distribuzione da mercoledì 5 marzo.