Roma. Lavori importanti, non da poco, quelli previsti dalla delibera che riguarda il piano di restauro di villa Aldobrandini e che dovrà concludersi, stando al cronoprogramma, entro il Giubileo del 2025. Il piano restauro è ovviamente stato approvato dalla Giunta capitolina e, come detto, prevede interventi di un certo calibro. Ecco qualche dettaglio sulle opere.
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Villa Aldobrandini a Roma sarà restaurata: il progetto
I lavori di restauro punteranno soprattutto a ripristinare l’ingresso originale con il recupero e restauro del portale cinquecentesco così come di tutto il vestibolo annesso. Le opere, inoltre, coinvolgeranno anche la cordonata e l’impianto architettonico del giardino segreto e la scala ovale. Inoltre, ci saranno adeguamenti che avranno come oggetto di intervento anche l’accesso da via Nazionale al giardino stesso. Ma non è tutto, perché questi sono solamente alcuni dei lavori previsti dal programma e dal piano approvato per la villa del “cardinale”. Come dichiarato dall’assessora Sabrina Alfonsi: ”Puntiamo a riportare la villa (di circa 8mila metri quadri fatta costruire dal Cardinale Pietro Aldobrandini dal 1598 al 1602 e fatta edificare sul terreno dello zio Papa Clemente VIII al centro del percorso che va dai Fori al Quirinale, ndr) come era in passato, sarà ripristinato il portale monumentale originale, con ingresso da via Magnanapoli e l’entrata al giardino da via Nazionale, e ripiantumata la vegetazione antica”.
Le riserve del Comitato Rione Monti
Tuttavia, il piano di interventi e di restyling non ha mancato di suscitare anche qualche perplessità: ”Siamo venuti a conoscenza dalla stampa di un progetto di intervento su villa Aldobrandini – dichiara il presidente del Comitato Rione Monti Nicola Barone – come Comitato avremmo auspicato di essere coinvolti nella definizione di un progetto relativo all’unica area verde del nostro territorio. Questo finora non è stato fatto, ma confidiamo che l’iter progettuale sia ancora aperto ad una nostra partecipazione. Abbiamo a questo scopo fatto richiesta di una copia del progetto per un esame critico propositivo”.
(Foto in copertina di Ars in Urbe – Associazione Culturale di Prom. Soc.)