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Università Popolare degli Studi di Milano – Università di Diritto Internazionale – contro la violenza di genere

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Roma, è accusato di stalking aggravato un 23enne che ha minacciato di morte l'ex compagna per la fine della loro relazione.

Come ogni 25 novembre, anche quest’anno la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (questo il suo nome completo) si pronuncia contro ogni genere di violenza su tutte le donne, sia psicologica che fisica. Parte dal presupposto che ogni genere di violenza sia una violazione dei diritti umani.  Una giornata che ha come obiettivo far ragionare su un fatto di attualità: la violenza che milioni di donne, in ogni luogo del mondo, patiscono all’interno e fuori dalle mura domestiche. 

 

Una violazione che parte da un assunto: le donne, come altre categorie di persone, vengono viste dall’autore di un reato, come soggetti facilmente aggredibili, discriminabili. Sono inoltre soggette a differenze di trattamento e disuguaglianza anche sul luogo di lavoro. 

 

La violenza perpetrata contro le donne influisce su tutta la società e non solo sui soggetti di sesso femminile. Rappresenta una barriera per raggiungere obiettivi importanti come l’eliminazione della povertà, la lotta all’AIDS e l’ottenimento di pace e sicurezza tra i popoli.

 

Proprio per questo, dal punto di vista legale e pratico, bisogna accertarsi dei limiti attuali della prevenzione. Unico strumento, la prevenzione, per far sì che le vittime possano emanciparsi e non attendere che succeda qualcosa di peggiore come la violenza fisica o il femminicidio.  Ma pensiamo anche a tutte quelle donne che soffrono in silenzio una situazione insostenibile nelle proprie famiglie. Spesso infatti le donne sono vessate dai propri partner o ex partner, violentate, malmenate, uccise. Per portare cambiamenti significativi e pratici nella vita di tutte le donne e delle ragazze è stata istituita questa Giornata che segna l’inizio di alcuni giorni di attivismo contro la violenza di genere, per sensibilizzare l’opinione pubblica, in modo che sia chiara l’importanza di un cambiamento. I giorni di attivismo spesso si prolungano fino alla Giornata dei diritti umani del 10 dicembre.

 

Proprio per annunciare questa importante giornata, l’Università Popolare degli Studi di Milano, rappresentata dal suo Rettore il Prof. Avv. Giovanni Neri, ha partecipato mercoledì scorso insieme alla associazione “No Violence” a un incontro trasmesso in diretta su Radio Italia. 

 

Ordinario di Criminologia e Sistema Penale, il prof. Neri ha ricordato ai presenti il tema purtroppo attuale della violenza contro le donne affrontando il problema sotto un profilo criminologico.

 

“Le donne – ha spiegato il rettore – a livello vittimologico sono vittime preferenziali. Non in quanto sesso debole, ma perché in una mentalità criminale vengono viste, dall’autore del reato, soggetti facilmente aggredibili”. Succede spesso anche con le minoranze, le persone di colore, gli anziani e i bambini- ha spiegato il professore – È una questione di visione vittimologica soggettiva. 

 

“Purtroppo buona parte della legislazione penale italiana in tema di violenza sulla donna è rimasta per lungo tempo legata a previsioni normative che prevedono l’applicazione di sanzioni a seguito ad attività antigiuridiche con poco riguardo all’applicazione di misure di sicurezza preventive. Qui il nostro codice è ancora carente e dunque si dovrà lavorare per aumentare la previsione di misure per poter proteggere in via preventiva le potenziali vittime da attacchi ”. 

 

Tra gli interventi anche quello dell’ex Miss Italia Nadia Bengala, della autrice Mediaset Barbara Calabresi, l’arch. Barbara Cardone l’attrice Floriana Rignanese. Ospite speciale Umberto Canino

 

Abbiamo chiesto alla criminologa Prof.ssa Maria Gaia Pensieri, docente presso l’Ateneo di Milano e direttrice responsabile dell’area formazione e ricerca dell’Accademia italiana delle Scienze criminologiche e investigative (Aisci) di rivolgere una riflessione su questa importante Giornata. 

 

“Ogni anno come da molti ormai nel nostro Paese, ci ritroviamo nei giorni che precedono la giornata internazionale contro la violenza di genere a fare la triste conta delle donne che sono morte per mano degli uomini con i quali avevano in corso o chiuso una relazione. 

Quest’anno secondo i dati Eures siamo a 94 femminicidi con la viva speranza che la mattanza sia finita qui.

Per tentare di arginare questo dramma che affligge il nostro Paese uno degli interventi da portare avanti è quello culturale dell’educazione alla parità e al rispetto di genere da coltivare nelle nuove generazioni, ma nell’attuale spaccato sociale urge anche il trattamento degli uomini violenti al fine di ridurre o eliminare i comportamenti aggressivi attraverso programmi di intervento e contrasto della recidiva.

Un altro aspetto fondamentale non è solo la garanzia della pena, ma la reale protezione delle donne che denunciano le violenze dei loro compagni ed è per questo che è stata promulgata a luglio la Legge n. 69/19 il c.d. Codice Rosso, che ha previsto un’accelerazione dell’avvio del procedimento penale per alcuni reati e apportato modifiche alle misure cautelari e di prevenzione con l’auspicio che siano strumenti efficaci”.

 

Autrice di un libro sulla violenza di genere è invece una ex allieva dell’Università Popolare degli Studi di Milano – Università di Diritto Internazionale, la dr.ssa Ada Fichera, che proprio nel suo lavoro di tesi, poi diventato un libro edito da Bonanno Editore dal titolo “Al di là del silenzio”, ha trattato con accuratezza il preoccupante fenomeno in un saggio che non solo affronta la tematica da ogni punto di vista, ma che permette al lettore di farsi una idea chiara, un quadro completo, con lucidità e rigore, grazie anche a una serie di interviste-testimonianze rivolte dall’autrice alla responsabile di un Centro-antiviolenza, a due avvocati penalisti, a un magistrato, a un ricercatore in psichiatria, a uno psicologo.

 

“Da quando ho lavorato alla prima edizione del libro sono passati dieci anni –  ci spiega la dr.ssa Fichera. – Quando lo pubblicai la legge la legge contro lo Stalking non esisteva ancora. Perseguitare una donna non era reato in Italia, cosa che ci portava indietro di anni luce rispetto ad altri paesi europei. Questo solo per dire quale profondo cambiamento è avvenuto in Italia in pochi anni”. 

“Ma dobbiamo anche riflettere sul fatto che oggi le donne denunciano di più, e le leggi ci sono, ma continuano a soffrire e morire perché dopo la denuncia non vengono tutelate, protette, difese dalle istituzioni”.

“E le violenze più diffuse non avvengono per mano di sconosciuti, ma  tra le stesse mura domestiche. Sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi. E la discriminazione avviene anche sui luoghi di lavoro, attraverso il mobbing e i ricatti sessuali. O attraverso un diverso trattamento rispetto ad altri colleghi uomini”.

“Inoltre, e lo abbiamo visto dopo il movimento “meetoo”, si è iniziato a parlare molto del fenomeno solo negli ultimi anni. È sicuramente un bene che se ne parli. Ma di contro dobbiamo affrontare anche un altro problema: la banalizzazione della stessa tematica che danneggia proprio le vittime. 

I casi più gravi passano in secondo piano di fronte alla spettacolarizzazione e di eventi”. 

 

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non è una data scelta a caso. Il giorno 25 novembre del 1960 furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. che si opposero alla dittatura. Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fisso proprio questa data per la Giornata contro la violenza di genere, sempre in omaggio alle sorelle Mirabal.

 

Si tratta di una data importante, che dobbiamo ricordare per comprendere che il rispetto è alla base di ogni società che si rispetti e che non vorremmo mai più vedere crescere il numero di donne e ragazze che in ogni parte del mondo subiscono violenza fisica e psicologica. 

 

L’Università Popolare degli Studi di Milano svolge corsi di criminologia. Per maggiori informazioni consultare il sito dell’Università.

 

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