Riceviamo e pubblichiamo da parte degli “Amici di Grillo Ardea” un interessante articolo sulla richiesta, presentata alla Regione Lazio, dell’ennesimo impianto di trattamento dei rifiuti nel nostro territorio.
Presentato in regione Lazio per la verifica di assoggettamento a Valutazione di Impatto Ambientale il progetto per la realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio finalizzato alla produzione di compost di qualità che sorgerà a Montagnano.
Si andrebbe ad aggiungere a quello già in servizio, di proprietà Pomar, nelle vicinanze della Nuova Florida e a quello in fase di analisi del progetto presentato dalla Biovis e che sorgerà in località Caronti sulla Pontina Vecchia.
Ognuno degli impianti è in grado di trattare FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in quantità tripla rispetto a quello che l’intero Comune è in grado di produrre: oltre 90.000 tonnellate all’anno in totale il rifiuto trattato dai tre impianti a fronte di una produzione locale che non arriva a 8.000 tonnellate.
Le scelte di Stato e Regione sempre più dimostrano i limiti di questa politica ambientale. Da un lato si sancisce il sano principio che “chi sporca paga” recepito dalla nuova tassa sui rifiuti, la TARI, dall’altro si auspica la riduzione dei rifiuti ma se ne incentiva la produzione attraverso la produzione di fonti energetiche rinnovabili.
Ci sono sindaci ed amministratori negli enti locali che considerano i rifiuti una risorsa in grado di produrre economia per il territorio e salvaguardia per l’ambiente.
In realtà questi impianti consentono un grande vantaggio ai soli imprenditori che li realizzano.
Si tratta di investimenti poco costosi, con tempi di ammortamento brevissimi ed alta redditività; non impiegano che pochissimi addetti e concentrano nel sito prescelto emissioni odorigene insopportabili oltre ad una grande quantità di gas, liquidi e solidi di risulta, nonché nanoparticelle estremamente dannose per la salute.
I rifiuti sono un problema che non si può ignorare, è vero, ma giusto sarebbe che, come per la TARI, a farsene carico fosse chi li produce.
Se impianti come quello previsto fossero realizzati in maniera omogenea sul territorio, se ne eviterebbero le concertazioni e si limiterebbe il trasporto di migliaia di tonnellate di spazzatura che viaggiano per decine e decine di chilometri per arrivare a destinazione.
La località scelta è nella vicinanza di Tor di Bruno a Montagnano; ancora una volta si torna a penalizzare un territorio già martoriato dalla presenza di una discarica, un depuratore, e perfino un impianto di stoccaggio di amianto. Sono ormai trattati alla stregua di cittadini di serie B i residenti di quei luoghi che vedono il loro territorio ogni giorno di più trasformarsi nella pattumiera della città metropolitana di Roma. Un territorio degradato e privo di servizi; assente l’illuminazione pubblica e carente la viabilità che neppure consente di raggiungere agevolmente il centro del comune, le scuole e quei pochi servizi che Ardea mette a disposizione dei cittadini, ora dovrà fare i conti con gli olezzi solforosi del nuovo impianto di compostaggio.
È indigeno il proprietario dell’impianto; la richiesta in Regione è stata presentata a nome del committente signor Bruno Cimadon; la progettazione è attribuita all’architetto Nicola Ussia e all’ingegner Benedetto Ciampa.
Amici di Grillo Ardea