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TRANSAZIONE INNOVA, I RETROSCENA DA PARTE DELLA SOCIETA’

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Transazione Innova, l’altra faccia della medaglia. A parlare dei dettagli e dei retroscena è l’avvocato Amedeo Apicella, direttore degli Affari Legali della società che fino allo scorso dicembre ha gestito il servizio di ristorazione nelle mense scolastiche nel Comune di Pomezia. Un lavoro svolto attingendo dapprima ai fondi personali della SpA, poi ai prestiti bancari, fino ad arrivare a non avere più la possibilità di liquidare dipendenti e fornitori a causa dei mancati pagamenti da parte dell’Amministrazione comunale, che diventavano sempre più consistenti mese dopo mese. “Per un tempo lunghissimo abbiamo tentato – spiega il legale – di raggiungere un accordo per vie bonarie con il Comune, che ci consentisse di lavorare e di pagare regolarmente i nostri operai ed impiegati. Con grosso sacrificio abbiamo cercato di resistere e garantire il servizio ai bambini il più possibile, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere di fronte alla mancanza di un punto di incontro”. La transazione, la cui delibera di indirizzo è stata firmata dal Commissario prefettizio dott.ssa Serenella Bellucci, non è quindi un atto “poco chiaro o fatto di fretta, prima che arrivasse il nuovo sindaco che avrebbe potuto impedire il pagamento”, ma i tempi sono coincisi con il giorno del ballottaggio solo a causa delle lungaggini burocratiche. “La transazione – prosegue Apicella – ha origine dagli incontri da noi richiesti con i Commissari sin da gennaio ed iniziati nel mese di febbraio. La situazione creditoria dell’Innova è stata analizzata nel dettaglio da coloro che rappresentano lo Stato e che, in maniera obiettiva e senza nessun preconcetto, hanno riconosciuto la validità delle nostre istanze. Si è arrivati quindi, dopo numerosi incontri, ad una transazione che non è stata concretizzata prima solo per il motivo che la Cassa Depositi e Prestiti ha comunicato solo il 15 maggio la concessione dell’anticipazione di cassa del prestito riconosciuto dal MEF al Comune di Pomezia, ovvero dei 56 milioni di euro in due tranche di uguale importo. Prima di quella data era materialmente impossibile che il Commissario potesse firmare prima la transazione e poi la delibera, perché non c’era liquidità disponibile. E’ stato quindi un caso che la liquidità si sia resa disponibile proprio in concomitanza con l’elezione del nuovo sindaco e non di certo una cosa voluta”. Riguardo al poco margine di trattativa l’avvocato dell’Innova spiega che l’importo risparmiato dal Comune è superiore ai 310 mila euro. “Noi abbiamo accettato una transazione che ci porta a rinunciare a circa 800 mila euro tra interessi e sorte capitale. Si tratta di un atto completamente trasparente, fatto alla luce del sole, “costretto” solo da fatto che in precedenza i nostri crediti, al contrario di altri, non sono stati saldati, accumulandosi sempre di più. Noi, negli ultimi mesi di servizio per il Comune, abbiamo fatto dei grossi sacrifici per poter garantire gli stipendi ai lavoratori, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere. Adesso ci viene semplicemente riconosciuto quello che ci spetta, anzi, un po’ meno così come prevedono le transazioni, e in un lasso di tempo abbastanza diluito, in modo da consentire all’Amministrazione di non avere grossi disagi nell’onorare gli impegni”. Ma quando sarete stati completamente saldati potreste riprendere in considerazione l’idea di tornare a lavorare per il Comune di Pomezia? “La nostra è una ditta che si occupa di questo tipo di servizi e quello che ci fa andare avanti è solo il lavoro. Siamo nel mercato e vogliamo lavorare, ma con un committente che ci corrisponda quanto dovuto, cosa che purtroppo non è successo con la precedente Amministrazione, che non ha mai ascoltato le nostre ragioni e necessità: anche noi dovevamo far fronte alle spese, ma senza entrate questo era diventato impossibile, anzi, eravamo in continua perdita. Se adesso, con la nuova Giunta, ci fosse la certezza di poter essere pagati per il lavoro svolto in tempi accettabili, non avremmo problemi a ricominciare a prestare la nostra opera in questo territorio, visto che la nostra è un’azienda di Pomezia ed è qui che preferiremmo stare”. Cosa le dispiace di più? “Passare per qualcuno che ha fatto qualcosa di poco chiaro quando invece in questa storia la Innova è stata vittima. Sui giornali è sembrato che la delibera fosse stata firmata in tutta fretta per chissà quale motivo, ma in realtà la spiegazione è quella che ho appena fornito. Si tratta di soldi che avremmo dovuto avere da tempo e tutto è perfettamente legale e regolare: abbiamo le caratteristiche che ci fanno rientrare nell’esecuzione di questa delibera e rientriamo in tutti i parametri richiesti dalla legge. Nei prossimi giorni incontreremo il nuovo sindaco per fornire qualsiasi spiegazione di cui abbia bisogno per capire la legittimità della decisione presa dal Commissario prefettizio. Fare in modo che l’esecutività della deliberà venga annullata significherebbe mettere in seria difficoltà economica una ditta seria del territorio, che dà lavoro a decine e decine di famiglie, portandola alla stregua delle tante società costrette a ridimensionarsi o a chiudere. E non è certo questo quello che vogliamo, visto che l’impegno che abbiamo sempre messo nel nostro lavoro ci viene riconosciuto da tutti, a partire dai dipendenti”. Dipendenti che, in effetti, hanno scioperato, lo scorso dicembre, non contro l’Innova ma contro l’Amministrazione comunale, continuando a difendere i datori di lavoro. “Quello che chiediamo è solo il riconoscimento di quanto fatto, rinunciando comunque ad una grossa fetta. Strumentalizzare le date di questa delibera significa solo voler penalizzare chi in precedenza non ha voluto o saputo fare la voce grossa per pretendere i pagamenti dovuti”.

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