Ha portato a nuovi arresti l’indagine antidroga, denominata convenzionalmente “Triplete”, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Carbonia, con la collaborazione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cagliari e del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia e con il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che già nel marzo 2014 aveva avuto il suo primo epilogo con l’emissione di 49 misure coercitive nei confronti di altrettante persone residenti tra la Sardegna e la Provincia di Roma.
In particolare, da questa mattina all’alba, a Roma, Pomezia e a Gonnesa (CA), i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 7 persone, 6 in carcere ed una agli arresti domiciliari, ritenute facenti parte, con vari ruoli, di una associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti tra Roma ed il Sulcis Iglesiente; le stesse sono tutte indagate per la violazione di cui all’art. 74 commi 1 – 2 – 3 – 4 del dpr 309/90 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti).
L’indagine è stata coordinata dal P.M. dott. A. Pili della Procura della Repubblica di Cagliari – DDA.
Gli arresti di oggi sono il proseguimento di un’operazione che già nel marzo 2014 aveva portato all’emissione di 49 misure coercitive nei confronti di altrettante persone residenti tra la Sardegna e la provincia di Roma.
I trafficanti romani inviavano la cocaina in Sardegna sfruttando l’aiuto inconsapevole di un camionista sardo, amico di uno degli indagati, cui facevano portare nell’isola dei pacchi recanti il nome di una ditta di arredamento (estranea alla vicenda), al cui interno veniva ben nascosto lo stupefacente.
Le persone colpite da ordinanza di custodia cautelare in carcere, tutte residenti a Roma e Provincia sono: Walter Domizi, noto come “gattino”, cl . 1961, attualmente ristretto presso il carcere di Spoleto; Luciano Fenu, cl. 1964, residente a Roma, con precedenti; Aldo Tomassetti, noto come “ardarello”, cl. 1960, residente a Pomezia (RM), con precedenti; Lorenzo Giulio Bertinazzi, cl. 1964, residente a Roma, con precedenti; Italia Duello, cl. 1963, residente a Roma, con precedenti; Antonio Bennato, noto come “monni”, cl. 1972, residente a Roma, con precedenti, mentre la persona colpita dalla misura degli arresti domiciliari è Giancarlo Granella, cl. 1974, residente a Gonnesa (CA), anche lui con precedenti. Sarebbe dovuto essere colpito da ordine di custodia anche il capo operativo del sodalizio romano, Igino Duello, ma il 30 dicembre 2014 è stato ucciso a colpi di pistola a Roma.
Come noto le investigazioni sono partite dall’individuazione del “centro di comando” di questo traffico, nascosto in una piccola pizzeria al taglio di Gonnesa (CA), conosciuta come “pronto pizza”, ove si verificavano quotidianamente gli incontri tra i trafficanti.
Grazie ad una serie di telecamere occultate all’interno, per mesi i Carabinieri hanno seguito – in diretta – gli acquisti di partite di stupefacente destinate al sud della Sardegna, riuscendo a mettere perfettamente a fuoco i canali di approvvigionamento della cocaina (proveniente da Roma) e la rete di spaccio locale, facente capo al noto Giancarlo Granella, 40enne di Iglesias, titolare della pizzeria al taglio, arrestato più volte in passato per reati connessi agli stupefacenti.
Per il traffico di cocaina, nel corso dell’indagine veniva accertato che esisteva un canale di approvvigionamento dello stupefacente verso la Sardegna che – tramite un gonnesino radicato a Roma – veniva acquistata da un gruppo criminale romano costituito da almeno 8 componenti gravitanti intorno al pluripregiudicato Walter Domizi (noto come “gattino”), attualmente detenuto presso il carcere di Spoleto dove sta scontando 18 anni di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Di particolare rilievo è stato a suo tempo l’aver accertato che Domizi, benché agli arresti domiciliari nella casa di cura “Villa del Sorriso” di Formia (LT), continuava a gestire l’organizzazione tramite la moglie Italia e grazie al fatto che, nella struttura sanitaria, godeva della più ampia libertà di movimento e di frequentazioni . I trafficanti romani inviavano la cocaina in Sardegna sfruttando l’aiuto inconsapevole di un camionista sardo, amico di uno degli indagati di Gonnesa, cui facevano portare nell’isola dei pacchi recanti il nome di una nota casa di arredamento (estranea alla vicenda), al cui interno veniva ben nascosto lo stupefacente. Giancarlo Granella, titolare della “pronto pizza” di Gonnesa, era il capo dell’organizzazione che, a livello locale, gestiva l’intera operazione criminale.