Rischiava di diventare un vero e proprio campo nomadi con dimensioni tali da far concorrenza a quello di Castel Romano, la baraccopoli fatta sgomberare lunedì 1° Agosto dai Carabinieri della Stazione di Torvaianica, con l’aiuto dei colleghi della Compagnia di Pomezia, nella parte nord della cittadina, nella zona dei “Tre Grattacieli”. Un agglomerato formato da vecchi casali e stalle in disuso, oltre a numerose baracche costruite artigianalmente con materiali si scarto smaltiti abusivamente, in un’area di circa 10 mila mq. All’interno abitavano già 11 nuclei familiari, composti da una quarantina di persone tutte di nazionalità rumena, tra cui molti bambini. Gli stranieri vivevano in condizioni igienico-sanitarie spaventose, aggravate dai cumuli di scarti alimentari e rifiuti vari gettati dappertutto, tra cui anche vecchi elettrodomestici come televisori, frigoriferi, computer, lavatrici e decine di pneumatici. Mancava ovviamente l’acqua potabile e l’allaccio alla rete fognaria, quindi gli scarichi venivano fatti a “cielo aperto”. Per questo motivo gli 11 capifamiglia, 6 donne e 5 uomini, sono stati deferiti in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria di Velletri per “invasione di terreni ed edifici privati” e per “realizzazione di discarica non autorizzata”, mentre tutti gli altri stranieri sono stati sottoposti ad identificazione e fotosegnalamento.
Lo sgombero dei rom è avvenuto nel corso dell’intera mattinata, dalle 7:00 alle 12:00, a seguito di una denuncia presentata ai Carabinieri dal proprietario del terreno, che si era accorto di strani movimenti all’interno della sua tenuta agricola. Gli uomini dell’Arma hanno richiesto all’Autorità Giudiziaria il sequestro preventivo dell’area, per impedire nuove occupazioni. Il prossimo mese dovrà essere invece presentata l’istanza di dissequestro da parte del proprietario, per poter eseguire la bonifica del sito che, per assurdo, sarà a spese dello stesso proprietario. L’area coinvolta è molto estesa: da via Bengasi arriva fino al confine con l’aeroporto di Pratica di Mare e, per la sua conformazione, era perfetta per nascondere le decine e decine di baracche in costruzione. Una vera e propria “città” in continua evoluzione, che cresceva giorno dopo giorno e che non era visibile dalla strada, da dove si riusciva ad intravedere solo il casale principale ed un paio di baracche. Tutto il resto della bidonville era nascosto all’interno dell’area e la quantità di costruzioni faceva presupporre l’arrivo a breve di altri stranieri.