“Abbiamo fatto sentire la nostra voce insieme a cittadini e comitati di quartiere e continueremo a farlo – spiega in una nota il referente di CasaPound Italia Pomezia Andrea Cincotta – finché zone più periferiche di Pomezia, come Torvaianica o Santa Palomba, non torneranno ad assumere finalmente un aspetto dignitoso per tutti quei cittadini che le vivono. Oggi questa manifestazione dà un segnale molto forte di come le persone siano stanche di questa amministrazione che ha completamente abbandonato il nostro territorio, ricordandosene solo nei tre mesi estivi e solo nella parte più centrale di Torvaianica. La situazione del giardino di Piazza Italia è diventata insostenibile e quotidianamente si possono vedere scene di degrado con stranieri che bivaccano tutto il giorno bevendo a dismisura, orinando all’interno del parco e talvolta dando pessimo spettacolo con vere e proprie risse. Tutto questo in uno spazio verde che dovrebbe essere destinato anche al gioco di bambini ma che ormai i genitori rassegnati sono costretti ad evitare”.
“La piazza è il punto nevralgico di Torvaianica e vedere quest’area, come tante altre, ridotte così è a dir poco imbarazzante. Un imbarazzo – spiega Cincotta – che evidentemente non tocca minimamente l’amministrazione pometina la quale, sapendo della nostra manifestazione e volendo sminuirla, in settimana ha provato a mettere in campo una task force di giardinieri pronti a ripulire il parco. Un lavoro peraltro riuscito malissimo visto che gran parte del materiale da loro raccolto è stato poi abbandonato ai lati delle aiuole nel parco stesso”.
“A questo punto nessun può far più finta di nulla: siamo i soli che mettono continuamente in luce i tanti problemi di questa cittadina attraverso continui comunicati, azioni e riqualificazioni tra cui proprio quelle effettuate nello stesso giardino di piazza Italia. Ma soprattutto con questa manifestazione per la prima volta abbiamo finalmente dato voce a tutti quei tanti cittadini stanchi di questa amministrazione, e che non hanno intenzione di fermarsi a quanto fatto oggi. Questo perché – conclude Cincotta – c’è voglia di riprendersi la propria città”.