Non ci stanno, i gestori dello stabilimento balneare La Perla Nera, nel sentire come è stata presentata l’archiviazione del procedimento di archiviazione contro il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e contro un tecnico comunale. E chiedono di esporre la loro versione dei fatti. Cosa che viene fatta attraverso le parole del loro legale. In particolare, quello che non reputano corretto è stato il virgolettato “eravamo convinti fin dall’inizio della infondatezza della querela, le accuse si sono rivelate per quello che erano, strumentali e insussistenti”. Ecco quindi la replica integrale.
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“In qualità di difensore e procuratore speciale dell’amministrazione pro tempore della Società Concessionaria “Perla Nera” – l’Avv. Ivano Ragnacci – rende noto che la asserita strumentalità e l’infondatezza delle accuse, secondo quanto dedotto dal legale del tecnico comunale indagato, è in realtà ricostruzione del tutto distonica e di parte rispetto alla corretta lettura degli atti procedimentali.
Invero, per un verso, trattandosi di mera archiviazione, non si ha, come noto, per ontologica natura del decreto dispositivo, un provvedimento definitivo o irretrattabile, mentre, per altro, pur ivi riconoscendo il Giudice per le Indagini Preliminari adito palesi irregolarità, rinviando integralmente alla richiesta di archiviazione del 4 giugno 2021 a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Francesco Brando, parimenti conferma la necessità di archiviare, ad oggi, il procedimento penale, solo in quanto mancherebbe la prova circa l’elemento psicologico del dolo intenzionale, necessario ad integrare la norma in esame, dell'”abuso di ufficio.
In altre parole, non si esclude allo stato degli atti vi siano stati dei comportamenti negligenti da parte degli ufficiali del Comune -come expressis verbis riportato nella detta richiesta di archiviazione – tuttavia inidonei a far sostenere l’accusa nel giudizio penale per l’ipotesi delittuosa menzionata, ma non certo in quello civile e/o amministrativo, se non in un nuovo procedimento penale ove dovessero assurgere nuovi elementi di prova favorevoli all’ipotesi accusatoria.
D’altro canto, merita infine rammentarsi che, dato evidentemente lo scarsissimo disvalore penale della condotta contravvenzionale contestata alla Concessionaria assistita dal redigente nel caso giudiziario speculare a quello sin qui commentato, il processo, lo scorso 21 aprile 2022, – un giorno prima il deposito del decreto d’archiviazione di cui alla notizia de qua -, la cui istruttoria dibattimentale deve ancora iniziare, è stato rinviato ad oltre un anno, nel maggio 2023″.