Torvaianica Basket, il Presidente Ludovici contesta le spiegazioni dell’assessore Sbizzera

Il Torvaianica Basket non ci sta, alla risposta fornita dall’assessore Lorenzo Sbizzera (pubblicata sull’edizione cartacea di ottobre de Il Corriere della Città) in merito alla richiesta fatta il mese scorso per “salvare le sorti” della società sportiva consentendo gli allenamenti e le partite nella palestra della scuola di Martin Pescatore, e ribatte con altre domande.
“Carissimo assessore – ha dichiarato il presidente della squadra, Marco Ludovici – fino a quando scriviamo su Facebook e ci prendiamo svariati “mi piace” le mezze verità possono anche scivolarmi, ma quando scrive sugli organi di stampa, nel rispetto del ruolo che copre, cerchi di essere più preciso. Spieghi alla cittadinanza che esistono due bandi: quello degli impianti sportivi (dove con 41 anni di anzianità e campionati agonistici avremmo ottenuto buoni punteggi) e quello scolastico dove Lei ci ha posizionato (con un regolamento diverso che ci assegna al massimo due giorni e due ore per giorno)”.
“Spieghi – h proseguito Ludovici – che ogni anno si ripete il bando scolastico per le ore che lascia a disposizione la scuola, mentre a Pomezia il bando è per cinque anni. Spieghi anche come può essere possibile, applicando il regolamento delle palestre scolastiche, fare attività sportiva agonistica e preparare solo una squadra (a fronte delle sei squadre che abbiamo) in 4 ore settimanali. Quindi è un falso problema? Quindi siamo trattati come gli altri?
Lei si chiede a chi giovi tutto questo. Certamente non a noi! Sicuramente qualche idea ce l’ho, e il tempo ci darà risposte e conferme. Valuti Lei a chi porta vantaggio non mandarci a bando come impianto sportivo”.
“Le diamo ragione su una cosa: siamo sicuramente persone cordiali, aggiungiamo oneste, ma non per questo stupide – ha concluso il Presidente del Torvaianica Basket – Abbiamo gli stessi diritti di tutte le associazioni sportive di Pomezia, e come cittadini di Torvaianica lotteremo fino alla fine per non accettare questa che consideriamo un’ingiustizia sociale”.