“Abbiamo letto e riletto la comunicazione del Sindaco di Ardea apparsa sui giornali il 2 settembre 2016 per capire, se possibile, il senso delle affermazioni dello stesso Primo Cittadino e non possiamo esimerci dal commentare la notizia.” Inizia così la nota firmata dal direttivo del Comitato di Quartiere di Colle Romito, la quale va così ad aggiungersi alle parole del Sindaco Di Fiori summenzionate, e al testo redatto dal Consorzio di Colle Romito (leggi qui).
“Da quanto abbiamo letto – prosegue il CdQ – sembra che il Sindaco di Ardea si sia svegliato da un lungo sonno e solo durante o dopo l’Assemblea Generale dei Soci del Consorzio Colle Romito si sia reso conto dove si trovava. Facciamo una brevissima cronistoria dei rapporti con l’Amministrazione Consortile e il Sindaco di Ardea. I Consorzi Stradali Obbligatori (di cui Colle Romito ne fa parte), istituiti dal Prefetto, devono essere supervisionati dal Sindaco del Comune di appartenenza, sia nelle azioni che nell’emissione dei ruoli per il pagamento delle quote consortili”. Per chiarire la situazione esistente “il Vice Prefetto di Roma, il 10 maggio 2016, ha scritto al Sindaco chiedendo quali fossero le azioni volte a regolarizzare i rapporti tra Consorzio e Comune; questo ci fa capire che l’Amministrazione avrebbe potuto fare di più”. Ma il Direttivo si sofferma anche sulla questione dei rifiuti.
Su questo delicato tema esiste una lunga diatriba tra Comune e Consorzio – si apprende dal Comunicato – che in quest’ultimo anno si è contraddistinta da una serie di ordinanze, ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. Entrambe le parti in causa sostengono di essere nel giusto ma la partita ancora non è stata risolta. A rimetterci sono stati però i cittadini i quali si sono ritrovati costretti a convivere con “una vera e propria discarica a cielo aperto” che ha portato “gli abitanti adiacenti all’area dove insistono i rifiuti a subire i miasmi esalati da sostanze organiche in decomposizione sprigionati dai rifiuti (reazione accelerata dalle temperature dei mesi estivi).” “Senza contare inoltre i 5 enormi container, posizionati a 30 metri da detta area, nei quali vengono depositati tutti i rifiuti di giardinaggio raccolti dalla ditta incaricata dall’amministrazione consortile, rendendo cosi’ invivibile questa zona. I cittadini a ridosso sono stati costretti (e lo sono tuttora) a barricare porte e finestre per evitare l’aggressione degli insetti ed evitare il male odore.” E’ così allora – conclude il testo, che analizza anche la vicenda relativa ai dossi, rimasti inalterati nonostante, sostiene il CdQ, ne sia stato disposto anni or sono l’adeguamento, e al capitolo riguardante il manufatto posto all’ingresso del Consorzio del quale ancora, sentenzia il Direttivo, non si conosce l’esatto destino – che il Sig. Sindaco, al di là delle dichiarazioni di facciata anche e soprattutto sul “rispetto delle sentenze”, garantisce la salute dei suoi cittadini? La domanda finale avanzata in conclusione dal Comitato.