La strategia del fuoco e la criminalità in genere sta gettando sempre più la popolazione nello sconforto; diminuisce la fiducia verso istituzioni, che purtroppo non riescono a dare risposte ai tanti reati che ad Ardea subiscono i cittadini e che vanno dal furto nelle abitazioni con sequestro ed aggressione degli occupanti, ai furti con scasso, e a tanti altri reati ben più gravi. L’impressione è che Ardea sia un paese ormai sempre più in mano alla criminalità, malgrado le rassicurazioni del sindaco Luca Di Fiori, il quale afferma che ad Ardea la delinquenza non c’è e ancor meno organizzazioni criminali.Dopo quest’ultimo incendio, al contrario, c’è chi pensa che ad Ardea si stiano facendo strada organizzazioni dedite alle estorsioni.
Ormai né polizia municipale né carabinieri locali possono evitare di controllare la posizione urbanistica e commerciale di quelle attività su qui 706 ettari di uso civico demaniale dove è facile per chiunque aprire indisturbato attività commerciali, visto che si tratta ormai di “terra di nessuno”: ma un controllo è indispensabile, specialmente dopo a quest’ultimo incendio. Sul posto oltre alla Polizia di Stato e carabinieri anche i vigili del fuoco di Pomezia, che ancora stanno indagando sull’incendio per definirlo doloso o accidentale, magari per una scheda difettosa dell’auto, come qualcuno racconta sia accaduto all’auto del sindaco di Ardea, che prendendo fuoco ha provocato l’incendio.
Luigi Centore