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TOMBE ALLAGATE AD ARDEA, PARTE LA DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

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cimitero strampelli ardea

“Non c’è pace tra gli ulivi”: il cimitero di Ardea di via Nazzareno Strampelli è ancora nella bufera. Questa mattina, dopo mesi di cielo terso e senza pioggia, l’amara sorpresa dei figli del benefattore di Ardea Lucio Casella, per anni medico condotto che nei tempi bui del dopoguerra ha salvato tante vite umane, come il compianto Don Aldo Zamponi, e curato tante persone, alcune delle quali ancora oggi siedono in consiglio comunale. La figlia Rosanna, con i fratelli, nel togliere la pietra tombale della tomba di famiglia per predisporla a ricevere le spoglie della madre – di cui oggi alle 15.30 – ci saranno i funerali nella chiesa principale di Ardea, hanno trovato la fossa con oltre un metro e mezzo di acqua. Immediatamente è stato chiamato sul posto il capitano Aldo Secci della polizia municipale, che ha potuto constatare quanto comunicato dalla figlia del dott. Lucio Casella, che oltretutto è anche un’agente della stessa polizia municipale di Ardea. Immediato anche l’intervento del Comune, che per svuotare la tomba dall’acqua si è rivolto un auto spurgo, e non una ditta fornita di una motopompa o pompa elettrica, cosa che ha provocato ancora di più l’ira dei familiari del defunto. “Dopo tanti soldi versati al Comune, oltre alla beffa di ritrovarsi la tomba allagata, anche  l’indelicatezza di chiamare un autospurgo”, ha dichiarato la donna, preannunciando la denuncia del fatto alla Procura della Repubblica di Velletri. Eppure di recente il Comune ha speso soldi per evitare che l’acqua finisca nelle tombe a terra, ma evidentemente l’esito non è stato quello sperato. Purtroppo il cimitero di via Nazzareno Strampelli non è nuovo a fatti cronaca, che certo non danno lustro ad un paese i cui antenati – il popolo rutulo – aveva cura e rispetto dei morti. Per dovere di cronaca va ricordato come fin dall’affidamento per la costruzione ci furono inchieste, e ancor meno va dimenticato lo scandalo dei morti e reperti funerari gettati in discarica, che indignò non soltanto l’opinione pubblica ma addirittura la Santa Sede. E che dire dei sequestri giudiziari, proprio ad opera del capitano Aldo Secci e della stessa figlia del dott. Casella, dei costruendi fornetti? Altra triste storia, l’inchiesta per presunte tangenti e manipolazione di appalto ed altro che vede implicati con richieste di rinvio a giudizio l’attuale sindaco, assessori presenti e passati, dirigenti ed imprenditori, per un totale di undici richieste di rinvio a giudizio.

Altra indagine sul cimitero è quella di pochi giorni fa, in merito all’inquinamento dovuto alla fuoriuscita di liquami dalla  fossa a tenuta delle acque nere, posizionata all’esterno del piazzale, i cui liquami hanno invaso l’area circostante, tanto da far chiudere i bagni interni e quelli dei chioschi dei fiorai, allacciatisi abusivamente. Questa vicenda ha portato tra l’altro al deferimento all’Autorità Giudiziaria di un consigliere comunale per abuso edilizio e concorso in furto di acqua del comune. Per finire (speriamo) al triste fatto di oggi, che si commenta da solo. Testimoni della vicenda, essendo il cimitero così spesso oggetto di fatti di cronaca, ma anche perché ospita le spoglie del cantante Califano, diversi giornalisti e televisioni locali e nazionali, accorsi per dare risalto a questo ennesimo scandalo.
Luigi Centore

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