Degli antichissimi documenti storici tornano nella loro “dimora”, nell’archivio storico di Tivoli. L’operazione è stata possibile grazie ai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma che sono riusciti a risalire ai reperti antichi. Gli uomini, guidati da Giuseppe Proietti, hanno restituito 25 documenti archivistici risalenti alla prima metà del XIX secolo e riconducibili all’archivio dell’antica deputazione provinciale di Tivoli, attualmente conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Tivoli.
Sottratti 25 documenti dalle abitazioni dei collezionisti
I preziosi documenti erano stati sequestrati nel 2020 quando i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, coadiuvati dai paritetici Nuclei TPC di Udine e Bologna, erano intervenuti ispezionando le case di diversi collezionisti sparsi in tutta Italia. Il frutto delle indagini ha permesso di risalire a un antico tesoro. Quest’ultimi li avevano individuati presso le residenze di diversi collezionisti residenti nelle città di L’Aquila, Trieste e Cotignola, in provincia di Ravenna, nell’ambito di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila.
La sinergica collaborazione con il personale altamente specializzato della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio e con i funzionari archivisti del Comune di Tivoli è stata di fondamentale importanza per l’individuazione dei beni e per l’accertamento della loro appartenenza al patrimonio dell’Archivio Storico Comunale di Tivoli, nonché per riconoscerne l’autenticità e il valore storico-culturale.
Il rinvenimento dei documenti
Utile si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando Carabinieri TPC: prevista dal “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” e istituita nel 1980, è oggi il database di settore più grande del mondo, vantando il censimento di oltre 8.000.000 di beni, tra cui circa 1.300.000 opere da ricercare. La restituzione dei beni archivistici, disposta dal Tribunale di L’Aquila in sede di udienza dibattimentale, ha riportato gli importanti documenti presso la loro originaria collocazione, dove potranno finalmente essere oggetto di studio, consultazione e fruizione da parte del pubblico.