Tutti i Comuni italiani devono avere un piano di Protezione Civile, per affrontare le emergenze dovute a catastrofi naturali: è quanto impone una legge del 2012. Il piano dovrebbe presentare direttive precise per la prevenzione dei rischi e le operazioni di emergenza, ma dopo il terremoto di Amatrice è emerso che molti Comuni non si sono ancora dotati di questo documento. Sono Comuni, cioè, che non rispettano la legge.
È quanto si scopre consultando l’elenco compilato dalla Protezione Civile, che pochi giorni fa il quotidiano “La Repubblica” ha portato in prima pagina. È emerso così che il 23% dei Comuni italiani non ha ancora il piano di emergenza previsto dalla legge: alcuni di questi paesi si trovano nella fascia a maggior rischio sismico. Una grave mancanza che descrive una situazione nazionale in cui tanti cittadini non sono al momento coperti da un programma per affrontare una calamità naturale.
Nella nostra zona del litorale, sono pochi i Comuni che hanno predisposto il piano di Protezione Civile: Pomezia, Roma e Fiumicino. All’appello mancano Ardea, Aprilia, Anzio, Nettuno, Latina, e molti altri paesi della provincia romana e pontina. Una mancanza grave, sebbene il litorale laziale non sia una zona a rischio sismico; ma la vicinanza a paesi spesso vittime di grandi terremoti è preoccupante.
Su questa mappa è già scoppiato un caso: in un primo momento il Comune di Fiumicino era stato indicato come mancante del piano di Protezione Civile. Non si è fatta attendere la replica del sindaco Esterino Montino, che ha dimostrato di aver preparato il piano nel gennaio 2015, e di averlo trasmesso alla Protezione Civile e alla Prefettura il 3 marzo 2015. Un’errore che, secondo Montino, sarebbe stato immediatamente corretto: il sito del quotidiano “La Repubblica” ha già rimediato, mentre si attende l’aggiornamento delle liste della Protezione Civile.