La stazione Termini e il suo circondario, sono in molti ormai a dirlo, è uno dei posti più pericolosi d’Italia. Ma come si vive e lavora qui? Qual è la quotidianità nel territorio? Bè, non è esattamente l’oasi del quieto vivere. Tanto che le lavoratrici che tutti i giorni si recano qui hanno creato una chat di mutuo aiuto. “Non usciamo mai da sole, cerchiamo di scortarci a vicenda“, raccontano a Il Messaggero. Sbandati, tossici, che girano come fantasmi alla ricerca di spacciatori. O magari pronti a una rapina, uno scippo, per ottenere contante immediato da spendere nel mercato della droga. Qui episodi del genere sono all’ordine del giorno.
Catturato a Roma il detenuto evaso a Latina: il 22enne era alla stazione Termini, fermato dentro la metro
Pericoli ovunque
Pare che, addirittura, le bariste del bar Nori tengano sotto al bancone una mazza da baseball. Sono pronte a tutto, dicono. E poi lo slalom tra accampamenti di fortuna, ragazzi sotto l’effetto del crack, degli psicofarmaci o altre droghe chimiche. La paura di queste donne è perpetua, tanto da aver sentito il bisogno di aiutarsi a vicenda, percorrere strade programmate, calcolare i treni da prendere al ritorno a casa. Tutto ciò si rende per loro necessario anche se si tratta di pochi metri. Dalla rivendita di cosmetici interna alla stazione raccontano delle ronde di polizia e carabinieri, quando cominciano ad essere le nove, nove e mezzo di sera. E ricordano un episodio emblematico. Quello di una turista che un mese fa e in pieno giorno ha cercato rifugio nella rivendita, terrorizzata. Pare che un uomo la stesse inseguendo e chiedeva di poter attendere nel negozio l’arrivo degli amici. Recentemente la direzione della stazione ha deciso di chiudere i punti shop un’ora prima del previsto, per ragioni di sicurezza. Poi la decisione da parte dei lavoratori, di creare una chat condivisa con tutti i dipendenti dei negozi, al fine di fare rete.
Roma, insegue e prende a bottigliate in testa i turisti alla stazione Termini: denunciato straniero
Un territorio suddiviso in base ai rischi
Le lavoratrici spiegano che la zona è suddivisa in pase alle specificità dei pericolo. In via Giolitti ci sono nordafricani e slavi dediti alla prostituzione maschile. Pare che il gruppo di tunisini sia molto violento, a causa dell’assiduo consumo di crack. I vagabondi non creano problemi. In via Marsala è pieno di ubriachi dal pomeriggio. Piazza dei Cinquecento, nei pressi del tunnel, pare sia adibita a orinatoio. I miasmi sono inconfondibili. Una terra di nessuno, insomma, una zona franca per la quale recentemente il ministro Piantedosi ha rafforzato il piando di presidio e controllo. Qui, come nelle altre grandi stazioni.