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Tenta di investire Don Coluccia, il gip: ‘L’aggressore resta in carcere’

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Convalidato l'arresto del giovane che ha tentato di investire il celebre religioso. Il Gip però ritiene non sia tentato omicidio.

S.D.P. resta in carcere. Il Gip di Roma ha convalidato l’arresto del 28enne che martedì scorso ha quasi investito Don Coluccia e un uomo della sua scorta, che è comunque rimasto ferito. Ma, dettaglio non da poco, il giudice non ritiene che il giovane avesse intenzione di uccidere il sacerdote. Questo è emerso nell’udienza per la convalida del suo arresto.

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Polizia e Pubblico Ministero insistono per il tentato omicidio

Il Gip, quindi, non ritiene che si tratti di un tentato omicidio. Contrariamente al Pubblico Ministero, il dottor Antonio Clemente, e gli uomini della Squadra Mobile che insistono per il reato succitato. Secondo il magistrato, inoltre, al tentato omicidio andrebbero sommati altri reati come: lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi. In ordine a questa ultima ipotesi, gli agenti la sostengono in quanto nello zaino del 28enne sono stati trovati una mannaia e un martello. Il tutto è condiviso solo in parte dal Gip. Per il togato difetterebbero elementi oggettivi per ritenere integrato il reato di tentato omicidio. Ciò anche in riferimento al porto abusivo di armi.

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I fatti oggetto di contestazione

Il celebre sacerdote ha spiegato di essere stato dapprima minacciato da un ragazzo in sella ad uno scooter. Questo mentre era in procinto di attraversare sulle strisce pedonali; Don Coluccia si trovava a Tor Bella Monaca per una delle sue ‘Passeggiate per la Legalità’ per le vie del quartiere. Quindi il giovane, che pare abbia diversi precedenti penali, ha accelerato rischiando di travolgere il religioso, ferendo un uomo della sua scorta che si è frapposto tra l’aggressore e la vittima. Un altro agente, nel contempo, ha aperto il fuoco ferendo il giovane all’avambraccio. Don Coluccia aveva voluto precisare che: “La mia presenza civile sulle piazze di spaccio infastidisce i narcotrafficanti. Perché non potendo vendere la droga, vanno a perdere anche 20mila euro a sera“. L’aggressione ai danni del sacerdote è stata condannata da diversi esponenti dell’associazionismo romano e delle istituzioni. 

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