Crisi energetica. Il piano è pronto, gli ultimi dettagli tecnici ancora da levigare, ma grossomodo il progetto c’è, ed è applicabile sin da subito. Parliamo, ovviamente, del piano Ue per la riduzione dei consumi elettrici e per fronteggiare la crisi energetica. Al momento, l’unico impedimento di marcia è rappresentato dalla definizione delle quote di risparmio effettive.
Approvato in Commissione Ue il pacchetto contro il caro energia
La Commissione europea, ad ogni modo, ha approvato il pacchetto di norme contro il caro gas, contenente un taglio dei consumi per l’elettricità. Nel dettaglio, si tratterà di una riduzione che riguarderà vari elettrodomestici: non sarà possibile accendere contemporaneamente, ad esempio, condizionatori, lavatrici, forni, lavastoviglie.
Stime e risparmi stimati
Il risparmio stimato sarà del 5% nelle ore di punta e del 10% complessivo in un mese. Tra gli obiettivi dichiarati dalla Commissione c’è la speranza, certamente, che questa misura possa far scendere i prezzi, come spiegato anche dalla Presidente Ursula von der Leyen durante il suo discorso sullo stato dell’Unione: “Ridurre la domande di elettricità negli orari di picco farà calare i prezzi”.
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Niente tetto al prezzo del gas: la Caporetto di Draghi?
Per il momento però, come già anticipato nei mesi scorsi, nel pacchetto in via di approvazione non ci sarà il tetto al prezzo del gas. D’altro canto, però, rimane confermata la tassa sugli extraprofitti: un prelievo del 33% sulla quota eccedente il 20% degli utili imponibili registrati dalle società del settore energetico nell’ultimo triennio. Secondo le parole della von der Leyen questa tassa porterà ricavi per 140 miliardi da euro, da reinvestire in aiuti a famiglie e imprese.
Quando scatteranno le riduzioni energetiche
La riduzione forzata dei consumi elettrici in Ue scatterà probabilmente dal mese di ottobre, ma al momento non c’è ancora una data precisa da tenere sott’occhio. L’approvazione definitiva del pacchetto è attesa in occasione del Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia, convocato per il prossimo 30 settembre. Il rischio, però, è che vengano ulteriormente riviste le regole, a partire dalle quote del 5% e del 10% su cui ancora non c’è un accordo tra i 27.