Sapere che non c’era stato nessuno spiraglio ha fatto infuriare i manifestanti, che hanno inasprito la protesta, tanto che il sindaco è dovuto rientrare nel suo ufficio scortato da un cordone di agenti della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Polizia locale. Il tragitto tra la biblioteca ed il Comune è avvenuto tra cori di insulti pesanti e richieste di ripensamento, che non sono però state accolte.
Delusi gli studenti. “Da questo incontro non è emerso nulla di nuovo: il sindaco ha fatto vaghe promesse per il futuro, un futuro che si prospetta incerto e temporaneo – ha dichiarato Leonardo Sferrazza, rappresentante dell’Università Europea – Abbiamo ascoltato le solite parole che dicono i politici: “vedremo, proveremo”, ma abbiamo notato la contraddizione tra il dire “vi ascolto, sono disponibile” e l’atteggiamento di chiusura ad ogni proposta alternativa avanzata. L’unica nota positiva è data dal fatto che probabilmente ci sarà un nuovo tavolo tra Amministrazione, studenti e le due Università coinvolte”. Avete fatto proposte? “Sì, abbiamo comunicato di essere disposti ad andare incontro alle esigenze dell’Amministrazione, rinunciando a spazi e tempi per far risparmiare il Comune, ma non possiamo accettare la chiusura totale della sede universitaria”.
Della stessa opinione i rappresentanti della Sapienza. “Ci ha molto sorpreso la notizia della chiusura – ha affermato Giuseppe Alessio Messano, del nucleo valutativo dell’Università La Sapienza – in quanto non è mai stata comunicata alla sede centrale della Sapienza. Adesso gli studenti iscritti a questo corso di laurea non hanno più la possibilità di fare lezione, in quanto la programmazione viene fatta con molto anticipo rispetto a questa data. Due giorni fa si sono anche svolti i test d’ingresso per le iscrizioni al nuovo anno, ed in questi erano previsti 80 posti per la sede di Pomezia. Abbiamo prospettato il problema, ma il sindaco è stato molto vago nelle sue risposte e questo ha destato non poche preoccupazioni in noi”. Cosa pensate di fare se la situazione non cambierà? “Noi abbiamo detto al sindaco – ha dichiarato Lorenzo Romano, rappresentante degli studenti del II anno del corso di Scienze Infermieristiche – che non può abbandonare 400 ragazzi in questo modo. Dietro di loro ci sono 400 famiglie che li mantengono, e che adesso si trovano in difficoltà. Se non si trova una soluzione, noi studenti abbiamo deciso di fare lezione qui in piazza, sotto al Municipio, fino a quando l’Amministrazione non prenderà in considerazione le nostre proposte. Noi chiediamo solo due aule, sufficienti per tutti e tre gli anni di corso, visto che alle lezioni si alterna il tirocinio in ospedale. Per noi va bene tutto, dalla biblioteca comunale all’aula consiliare, quindi resteremo a studiare in piazza fino a quando il sindaco Fabio Fucci non ci ascolterà e non garantirà il nostro diritto allo studio”.
“Ho comunicato agli studenti – ha dichiarato in seguito il sindaco Fucci attraverso una nota ufficiale – che oggi abbiamo incontrato l’Università europea di Roma e mercoledì incontreremo La Sapienza, dopodiché potremo dare informazioni più precise in merito alla frequenza dei corsi universitari. Per quanto riguarda i lavoratori, questa mattina li ho incontrati insieme ai loro rappresentanti sindacali e ho ribadito la ferma volontà dell’Amministrazione di sciogliere il Consorzio universitario. La mia Amministrazione vaglierà la possibilità di intraprendere strade a tutela dei lavoratori, ma, come ho già spiegato, la situazione è molto complessa e non possiamo essere ottimisti su una eventuale ricollocazione del personale dipendente. Infine ho invitato studenti, lavoratori e sindacati a non ostacolare le attività che attualmente si svolgono presso la struttura di Selva dei Pini”.