“Uscendo dal nostro quartiere – ha dichiarato il presidente del CdQ Diego Casubolo – che si vada in direzione Roma o in direzione Pomezia, si devono affrontare strade impraticabili e pericolose, rese tali da buche, scarsa cura delle cunette e sostanziale assenza di segnaletica orizzontale. E’ ora di dire basta! Non si può quotidianamente rischiare la vita semplicemente per andare a lavoro. Rischiare o perdere la vita, come è successo il 4 settembre 2013 ad un ragazzo del nostro quartiere, deceduto in uno scontro frontale sull’Ardeatina proprio in un tratto totalmente dissestato”.
Nella diffida viene evidenziato “lo stato di abbandono e di incuria in cui versano le strade meglio specificate in oggetto; con particolare riferimento al tratto della Strada Provinciale Ardeatina che va dallo svincolo con il Grande Raccordo Anulare fino al Km. 25 e per tutto il tracciato di Via della Solfarata”. “Il manto stradale da diversi mesi – prosegue il documento – si presenta in un evidente stato di abbandono per la mancanza di manutenzione e la presenza di numerosi avvallamenti e “buche” su entrambe le carreggiate, che in alcuni tratti, per le eccessive dimensioni, creano situazioni di estremo e costante pericolo per persone e cose. Al dissesto del manto stradale si aggiunga la pressoché totale assenza di segnaletica orizzontale, il che rende la strada maggiormente insicura e pericolosa in quanto priva dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge”. Alla denuncia vengono anche allegate diverse foto che testimoniano il cattivo stato in cui versano le strade del quartiere, evidenziando le buche che, con la pioggia, si rendono “invisibili” agli automobilisti. “Si registrano costantemente e continuamente episodi di veicoli che, nel tentativo di evitare le buche, invadono la carreggiata opposta anche in tratti dove la visibilità è carente, con gravi rischi per la vita altrui; situazione resa ancor più pericolosa dall’intenso traffico di mezzi pesanti, anche nei tratti urbani, nonostante i divieti”, prosegue la diffida, che viene conclusa con l’invito “ad intraprendere interventi radicali e risolutivi anziché posticci “rattoppi” provvisori e inutili che, pur costituendo un costo elevato per la collettività, risultano essere inidonei a risolvere la problematica” e chiedendo riscontro, in mancanza del quale “ci vedremo costretti ad adire la Magistratura con conseguente aggravio di responsabilità a Vostro esclusivo carico essendo a conoscenza dello stato di fatto, con la presente reso noto”.