Manifesteranno davanti la casa comunale di Piazza Indipendenza, lunedì mattina alle 8:30, i dipendenti della Pomezia Servizi, l’azienda multiservizi con socio unico il Comune di Pomezia, scesi sul piede di guerra per il mancato pagamento dello stipendio di settembre. Dopo essersi incontrati ieri pomeriggio con i rappresentanti sindacali, i lavoratori hanno deciso di indire un’assemblea pubblica sotto l’ufficio del Sindaco. “Il sindacato chiede maggiore chiarezza al Comune di Pomezia circa la concretezza degli atti assunti già qualche mese fa. In assenza di risposte concrete si preannunciano momenti di assemblea e di lotta”, ha dichiarato Giuseppe Cappucci, segretario generale della Cgil del Comprensorio Pomezia – Castelli – Colleferro – Subiaco, che si dice preoccupato non solo per i ritardi nei pagamenti, ma soprattutto del futuro lavorativo dei dipendenti. “E’ inammissibile – ha aggiunto Renzo Antonini, consigliere comunale di maggioranza e sindacalista da sempre – l’amministrazione comunale deve tutelare i lavoratori, garantendo il pagamento delle retribuzioni in modo puntuale, o quanto meno paritario”. Cosa intende? “Chi è dipendente comunale riceve il bonifico regolare, nei tempi previsti, perché già con una giornata di ritardo i sindacati scendono sul piede di guerra e minacciano scioperi, mentre i lavoratori della Pomezia Servizi, così come quelli del Consorzio Universitario, hanno spesso problemi che restano inascoltati. Non si possono penalizzare sempre le stesse persone. Questi sono lavoratori che contano sullo stipendio per poter pagare il mutuo o l’affitto, scadenze che non sono prorogabili”.
Ma la versione del Primo Cittadino è diversa. “Nel pieno della crisi economica che sta investendo tutta la Nazione, può anche capitare qualche giorno di ritardo nei pagamenti, ma non è vero che questa sia un’abitudine e, soprattutto, che vengano discriminate sempre le stesse persone. Per quanto riguarda la Pomezia Servizi ieri è stato disposto il bonifico, quindi a breve i lavoratori avranno lo stipendio accreditato nei loro conti. Sapendo che questo mese ci sarebbero stati possibili ritardi, già nei giorni scorsi era stato detto ai dipendenti che – qualora ne avessero avuto la necessità – avremmo versato subito un acconto pari al 40% della retribuzione, ed il saldo entro la prima settimana di ottobre. Questo significa che, per le scadenze immediate, come i mutui o altre fatture impellenti, ci siamo resi disponibili a versare un congruo anticipo sulle competenze. In confronto a dipendenti di aziende private che hanno ritardi di mesi non credo che qualche giorno possa giustificare addirittura uno stato di agitazione”.