La 32enne, accusata di triplice omicidio stradale, travolse una famiglia che passeggiava a piedi. Nell’incidente rimasero uccisi il piccolo Mattia, 2 anni, il papà Marco e la nonna materna, Maria Grazia Zuin.
Il collegio peritale ha deciso per il trasferimento dell’indagata in una struttura psichiatrica, dove sarà curata la patologia da cui è afflitta.
La strage di Santo Stefano di Cadore
Era il 6 luglio dello scorso anno quando l’Audi A3 guidata da Angelika Hutter, 32enne tedesca, piombò a tutta velocità, su un marciapiede su cui stava passeggiando una famiglia, che stava trascorrendo qualche giorno di vacanza a Santo Stefano di Cadore, provincia di Belluno. A perdere la vita il piccolo Mattia Antoniello, 2 anni, il papà Marco e la nonna materna, Maria Grazia Zuin. Quel giorno con loro c’erano anche Elena Potente, mamma del piccolo e moglie di Marco, e il papà di lei, Lucio Potente, entrambi rimasti miracolosamente illesi.
L’auto guidata dalla 32enne, che pare da alcuni giorni vivesse nella vettura, non avendo una dimora stabile, piombò come un razzo sul marciapiede, finendo per uccidere sul colpo le tre vittime. La velocità accertata poi dai periti fu di oltre 100 chilometri orari.
Da quel giorno, Angelika Hutter si è trincerata nel silenzio, senza mai fornire spiegazioni per il drammatico incidente. Nei giorni precedenti alla strage, la donna era già stata segnalata alla polizia di Bolzano, perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere.
Angelika Hutter esce dal carcere
Nei prossimi giorni Angelika Hutter lascerà il carcere e verrà trasferita in una struttura psichiatrica, dove verrà curata la patologia da cui è afflitta. La 32enne, detenuta dal giorno dell’incidente nel carcere di Venezia, è accusata di triplice omicidio stradale e lesioni stradali.