“Da una recente inchiesta della DDA di Roma – riporta l’interrogazione – si legge che: «È stato accertato con costanti e specifici servizi come la permanenza abituale del GALLACE Bruno nelle località del litorale pontino (territorio compreso tra Anzio-Nettuno ed Ardea) che, per effetto della presenza massiva e ramificata di numerose famiglie appartenenti al medesimo “locale” costituito da diverse ’ndrine, garantisca una sorta d’immunità e tranquillità “ambientale” per la gestione degli affari illeciti»; nel territorio in oggetto risulta operativo altresì il clan dei casalesi, come attestano sia la sentenza emessa dal tribunale di Latina il 16 novembre del 2012, sia la sentenza emessa dal tribunale di Latina e confermata dalla corte d’appello di Roma a carico di Pasquale Noviello ed altri per gravi reati aggravati dalle modalità mafiose”. Il documento riporta poi, tra gli altri, anche i recenti episodi di Ardea, ricordandone la “storica caratterizzazione” da “infiltrazioni mafiose, poiché già negli anni cinquanta vi si era insediato il boss Francesco Paolo Coppola, detto «Frank Tre Dita», e alla fine degli anni novanta e il 2000 diverse indagini della procura distrettuale hanno individuato pericolose organizzazioni di narcotrafficanti che comprendevano anche esponenti della ’ndrangheta ivi residenti (vedasi le relazioni della Commissione parlamentare antimafia dall’XI alla XIV legislatura)”. “Tra il 2009 e il 2010 – scrivono i parlamentari – venivano compiute numerose intimidazioni ai danni dei consiglieri del PdL Franco Marcucci e Nicola Tedesco nonché nei confronti del bar ristorante B Palace; il 10 luglio del 2013 la vettura del giornalista Luigi Centore di Ardea subiva un grave incendio doloso (si tratta del secondo episodio intimidatorio nei confronti del Centore), secondo quanto apparso dalla stampa nelle settimane precedenti venivano incendiate altresì le auto del sindaco di Ardea, Luca Fiori e del consigliere del PdL, Marcucci; la notte del 15 luglio 2013, due autovetture di parenti del giornalista Luigi Centore sono state oggetto di incendi dolosi da parte di ignoti”. Piazzoni, Pilozzi e Zaratti chiedono quindi al Ministro dell’Interno “quali iniziative intenda intraprendere per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni di stampo mafioso nel litorale laziale”. Una domanda che, pur essendo stata formulata dai tre parlamentari solo ieri, da troppo tempo attende una risposta.
SOSPETTI DI MAFIA, ARDEA DIVENTA OGGETTO DI INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
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