Si indaga sul rapporto tra Sofia Stefani, 33 anni, e l’ex collega, Giampiero Gualandi, che nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Inizialmente l’uomo ha riferito che il colpo che ha ucciso la giovane sarebbe partito accidentalmente dalla sua pistola, ma la prima versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, che hanno disposto il fermo per il 63enne.
Ex vigilessa uccisa ad Anzola Emilia
Sofia Stefani, una ex vigilessa di 33 anni, è stata uccisa nel pomeriggio di giovedì – 16 maggio – da un colpo di pistola che l’ha raggiunta alla testa, in una stanza al piano terra della “Casa Gialla”, la sede del comando della polizia locale di Anzola Emilia, comune della pianura Bolognese. Lo sparo è partito dall’arma di ordinanza di un collega, Giampiero Gualandi, ex comandante (e superiore della donna lo scorso anno), attualmente in servizio nel corpo. In serata, l’uomo è stato interrogato. Nella notte i carabinieri di Bologna lo hanno sottoposto a fermo per omicidio volontario.
La vittima, Sofia Stefani, aveva prestato servizio per il comando della polizia locale intercomunale di Anzola dell’Emilia e Sala Bolognese nel 2023. Era impegnata in politica e nel sociale, partecipando a varie attività di volontariato e militando nel Partito Democratico. Sofia era anche un’amante dello sport e in particolare del pattinaggio artistico a rotelle. La sua morte ha scosso profondamente la comunità, e il sindaco di Anzola ha annunciato il lutto cittadino in segno di rispetto e solidarietà verso la famiglia della vittima.
S’indaga sul rapporto tra i due
Le indagini stanno cercando di chiarire le circostanze dell’accaduto e il rapporto tra la vittima e il presunto assassino. Gualandi è sposato, la vittima era fidanzata e – al momento – non sarebbe emersa una relazione tra i due. Gli stessi colleghi, increduli per quanto accaduto, hanno riferito che tra la 33enne e il suo ex superiore ci fossero normali rapporti lavorativi, ma le indagini stanno seguendo la pista sentimentale.
Nell’interrogatorio di garanzia, Gualandi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Inizialmente l’uomo ha riferito che il colpo sarebbe partito accidentalmente dalla sua pistola, ma la prima versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, che hanno disposto il fermo per il 63enne.