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SIGMA TAU, L’IPOTESI DI ACCORDO

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             Altre sette ore di incontro, stavolta più proficue di due mesi di tentativi di dialogo. Dopo il tavolo di ieri, convocato quasi senza preavviso dall’azienda, si è arrivati ad un’ipotesi di accordo che piace a molti ma non a tutti. “Da parte dell’azienda – ha spiegato attraverso una nota Pino Mandato, segretario generale Femca-Cisl Roma – è stato assicurato l’impegno ad assumere il personale in Cigs in altre aziende del gruppo, qualora emergesse questa esigenza”. Esigenza che difficilmente potrà emergere prima di ottobre, mese in cui l’azienda farmaceutica pometina presenterà un piano industriale di rilancio.
L’ipotesi di accordo è stata siglata tra la Sigma-Tau e i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil nella sede dell’Unione Industriali ed è subito rimbalzata tra i lavoratori che presidiavano i cancelli e che ora dovranno dire la loro prima che venga firmato il verbale definitivo che farebbe sospendere immediatamente ogni forma di protesta e di blocco della lavorazione.
“I punti salienti su cui i lavoratori sono chiamati a esprimersi – ha precisato Mandato – riguardano l’introduzione di meccanismi di rotazione all’interno della cassa integrazione guadagni straordinaria, l’impegno da parte dell’azienda ad assumere personale in Cigs in altre aziende del gruppo, qualora dovessero emergere esigenze di questo tipo, l’integrazione economica alla Cigs da parte dell’azienda di 350 euro, oltre al pagamento di 21 euro al fondo di assistenza sanitaria Faschim, le garanzie per i lavoratori coinvolti nei processi di esternalizzazioni ed appalti, la revoca da parte dell’azienda della disdetta degli accordi sottoscritti in azienda dalla Rsu e un impegno dell’azienda a discutere del piano industriale entro ottobre”. Sarà inoltre attivata una procedura di mobilità “avente come unico criterio la non opposizione al licenziamento di 20 dipendenti, strumento utile per favorirne da subito la ricollocazione”, che sarà seguita da un’altra mobilità il 30 aprile, mentre per le procedure di esternalizzazione l’apertura è prevista per il 5 aprile. “Vogliamo esaminare bene tutti i pro ed i contro – hanno dichiarato alcuni lavoratori – Prima di togliere il presidio e far tornare l’azienda alla normale produzione vogliamo essere sicuri che si tratti di un accordo che vada verso e non contro tutti i lavoratori, nessuno escluso”. Il timore, infatti, è che si tratti di uno “specchietto per le allodole” finalizzato allo sembramento del presidio permanente che finora ha provocato, attraverso il blocco della produzione, ingenti danni economici all’azienda. “Fino a quando si parlerà di cassa integrazione dovremo stare con gli occhi bene aperti: non era questo che volevamo. L’urgenza, poi, con cui l’azienda ha convocato l’RSU appare sospetta: probabilmente stavamo diventando più forti di quello che temevano”, hanno concluso i dipendenti più agguerriti. Domattina alle 10:00 i lavoratori sono chiamati in assemblea proprio per discutere dell’accordo.

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