“Dall’ipotesi di accordo – hanno affermaio – emerge un punto moto carente cioè la mancata difesa dell’occupazione. Sono ancora incerti gli esiti degli accertamenti che gli organi di competenza svolgono sulla crisi dichiarata dalla proprietà aziendale, che a tutt’oggi non consentono l’erogazione della cassa integrazione. Incerto è anche il futuro produttivo della fabbrica di Pomezia e del permanere in Italia delle attività Sigma Tau, proprio a seguito dello smantellamento del settore della ricerca interna e del taglio notevole degli informatori scientifici, nonché la forte riduzione del personale di produzione dello stabilimento di Pomezia. Il governo del Paese, nella figura del ministro dello Sviluppo, in questa trattativa non ha svolto il ruolo che l’esigenza del rilancio del settore chimico farmaceutico richiede, di cui Sigma Tau è un’azienda leader. Solo attuando politiche di sostegno si può recuperare produzione e occupazione, che nello specifico significa riportare in fabbrica i 450 lavoratori già sospesi, in attesa di cassa integrazione. Altro che tutela occupazionale”. Mentre scriviamo sono in corso le votazioni sull’ipotesi di accordo, spetta infatti ai lavoratori decidere e valutare, dopo che nei giorni scorsi si sono svolte le assemblee per illustrare l’accordo stesso. Rifondazione Comunista/Fds, in attesa dell’esito delle votazioni, conferma il proprio sostegno fino al raggiungimento degli obiettivi dei lavoratori.
Sulla vicenda sono intervenuti anche il segretario del Prc di Anzio Spallotta e uno dei principali attivisti di Rifondazione presso il presidio alla Sigma Tau, Roberto Busiello. Secondo i due esponenti comunisti anziati: “L’esito dell’accordo è ampiamente criticabile nei termini indicati da Fiorella e Peduzzi; purtroppo l’azienda non reintegrerà i lavoratori sospesi e continuerà probabilmente il suo processo di smantellamento. Gli aumenti della cassa integrazione così come la rotazione per i lavoratori sospesi ci sembrano briciole, il destino di un’azienda che dovrebbe essere il fiore all’occhiello per la nostra industria appare segnato. Ora la decisione su questo accordo spetta ai lavoratori, qualsiasi decisione prendano noi l’accetteremo, sostenendo le loro rivendicazioni senza se e senza ma”.