SIGMA TAU, I LAVORATORI SCENDONO DI NUOVO IN PIAZZA
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Composti, ma decisi. Erano circa 200, i lavoratori Sigma Tau in cassa integrazione che si sono ritrovati questo pomeriggio alle 17:00 in piazza Indipendenza, a Pomezia. KI rappresentanti dei dipendenti in cassa integrazione ormai da quasi tre mesi sono saliti sul palco per esporre le loro ragioni, per contestare i dati forniti dall’azienda farmaceutica per giustificare lo stato di crisi che ha portato al ricorso agli ammortizzatori sociali. Pochi metri più in alto il consiglio comunale in pieno svolgimento. Presenti rappresenti di vari partiti, come Italia dei Valori, Partito della Libertà, Rifondazione comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Unione Sindacale di Base, oltre che diversi dipendenti di aziende della zona Pontina, anche loro colpiti dalla CGIS. “La nostra è una manifestazione annunciata ed autorizzata – ha dichiarato una manifestante, in cassa integrazione dal 18 gennaio – quindi ci aspettavamo la presenza delle forze dell’ordine qui in piazza. Quello che ci ha stupito, invece, è il fatto che pattuglie di polizia e carabinieri siano stati mandati anche davanti allo stabilimento della Sigma Tau, in via Pontina. Forse i vertici dell’azienda pensavano che avremmo tentato qualche azione di forza? Noi siamo persone civili, che stanno protestando in modo pacifico contro quelle che per noi sono palesi bugie: la Sigma Tau non è affatto in crisi economica, si tratta solo di una manovra finalizzata alla nostra uscita dall’azienda, effettuata con criteri che a tutt’oggi ci sono sconosciuti”. “Vogliamo sottolineare – ha aggiunto un lavoratore – che la CGIS non è ancora stata autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: cosa succederà se non verrà concessa? E perché ancora non esiste un vero e valido piano industriale di risanamento che possa far auspicare ad un rilancio dell’azienda? Il nostro timore è quello che si vogliano solo ridurre i costi in vista di una vendita o di un trasferimento della produzione in posti in cui il costo del lavoro è inferiore rispetto all’Italia. Per questo la nostra protesta sarà periodica e costante, almeno fino a quando non avremo delle risposte certe ai nostri dubbi”.