Che avessero sempre avuto ragione i lavoratori messi in cassa integrazione? Riguardo alla crisi aziendale che ha portato la Sigma Tau a mettere “a riposo” a spese della comunità più di 400 dipendenti, aleggiano nuovi sospetti, dovuti alla decisione della società farmaceutica di inglobare la consorella portoghese Defiante, presa da parte del CdA, che intende proporre una fusione transfrontaliera, su cui dovranno pronunciarsi le assemblee sia della società italiana che di quella portoghese. Questa scelta fa quindi pensare che, mentre in Italia la Sigma Tau si rivolge allo Stato per il riconoscimento degli ammortizzatori sociali, nel resto del mondo gode di ottima salute. Ricordiamo che lo scorso anno, a seguito della dichiarazione di crisi della società, ci fu una polemica sui rapporti tra la Sigma Tau e la Defiante, che diventarono oggetto di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, che già nel 2010 stilò un “Processo verbale di constatazione” nel quale veniva contestata all’azienda una presunta evasione fiscale attraverso una procedura chiamata transfer pricing, ovvero un trasferimento di valore da una società del gruppo ad un’altra con sede all’estero, che dovrà farsi carico della parte fiscale al posto della prima. Secondo quanto scritto nella relazione di 117 pagine fatta dall’Agenzia delle Entrate, il trasferimento di valore sarebbe stato fatto proprio a favore della Defiante, consociata portoghese con sede a Madeira, paradiso fiscale di molti imprenditori nostrani. Nel febbraio scorso della vicenda si interessarono anche i media nazionali, da Presadiretta a Il Fatto Quotidiano, dove veniva riportato che “facendo i raffronti con società analoghe e comparabili gli ispettori hanno quantificato in 11,55 milioni di euro i minori ricavi che la Sigma Tau ha contabilizzato in Italia evadendoli al fisco. I minori ricavi del 2007 sono già la metà delle denunciate da Sigma Tau nel 2010 pari a 20 milioni di euro. Defiante, inoltre, come mostrano gli approfondimenti fatti da Presadiretta, moltiplica tra il 2000 e il 2010 il suo patrimonio netto portandolo da 31 a 310 milioni di euro. Nello stesso periodo il patrimonio dell’azienda italiana, passa da 123 a 34 milioni di euro. Solo che a Madeira, sede della Defiante, praticamente non si pagano le tasse e solo recentemente sono state introdotte aliquote dell’ 1, 2 e 3 per cento. L’Iva è al 13 per cento, la più bassa d’Europa. In Italia, invece, Sigma Tau ha avviato una ristrutturazione pesante con la cassa integrazione e il ridimensionamento del centro di ricerca”.
Le accuse sono state tutte respinte dalla Sigma Tau, ma ora la vicenda torna alla ribalta e riapre le ferite dei lavoratori che pagano la crisi della società farmaceutica pometina, dubbiosi sul fatto che una fusione trasnfrontaliera, finalizzata a far incorporare dalla Sigma Tau, che registra un capitale sociale di quasi sedici milioni di euro, la Defiante Farmaceutica S.A., che invece ha un capitale sociale di circa un milione di euro, possa essere utile per un rilancio italiano dell’azienda.