Alfonso Sabella, Assessore alla Legalità di Roma Capitale e delegato per il Sindaco al X municipio, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sabella ha commentato a caldo la notizia legata al sequestro del porto turistico di Ostia e all’arresto del presidente Balini: “Con la magistratura che c’è adesso a Roma ormai c’è poco da scherzare. Le regole esistono e si rispettano. Il segnale che sta dando la procura è molto importante ed è lo stesso segnale che vorremmo dare noi come amministrazione. Roma è diversa, è cambiata, bisogna rispettare la legge, chi sbaglia paga”.
Secondo Sabella c’è ancora molto da fare: “Si è fatto molto poco negli ultimi anni, di lavoro ce n’è ancora tanto da fare e la procura opererà al meglio. La vicenda del porto turistico di Ostia si inserisce in quel contesto paludoso che contraddistingue questa realtà. C’è una commistione letale tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata. Il porto turistico di Ostia è stato al centro di alcune indagini anche del passato, oltre alle voci che circolano sul fatto che lì ci siano stati degli investimenti poco limpidi. Poi c’è il fatto che comunque all’interno del porto lavorava quello che ha sparato a Vito Triassi, mentre la famiglia Balini ha dato una concessione a un narcotrafficante come Cleto Di Maria. Insomma, in questa vicenda ci sono aspetti particolarmente inquietanti e la magistratura saprà svilupparli nel modo migliore”.
Sabella non è stupito di quanto accaduto: “Una vicenda di questo tipo non mi meraviglia affatto. A Ostia c’è una mafia diversa rispetto a mafia capitale. Molto più tradizionale, molto più simile a quella che io definisco la mia mafia, quella mafia con cui mi sono confrontato negli anni a Palermo. Ostia è più vicina a Palermo che a Roma da questo punto di vista, Roma come giustamente ha detto il procuratore Pignatone è troppo grande per essere governata da una sola organizzazione”.
Sequestro Porto Turistico a Ostia, Sabella: “Non mi stupisco”
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