Non ci andavano per il sottile, per riavere i soldi prestati a commercianti e liberi professionisti in difficoltà economiche. Tassi di interesse altissimi che trasformavano cifre modeste in debiti esorbitanti, che i malcapitati non sapevano più come restituire, arrivando persino a contrarre nuovi debiti per cercare di saldare i primi, terrorizzati dalle minacce ricevute. E loro, che ufficialmente facevano una delle professioni più “dolci” del mondo, che li pressavano con frasi come “Non farmi incazzare, sennò ti faccio vedere io… vengo a casa tua e ti squaglio, ti faccio sparire”, “Devi rispondere del debito e basta, che ti devo dire che ti apro la testa in due. Io ad ammazzare una persona ci metto 30 secondi: vengo e ti scanno”.
Loro sono i fratelli Guiderdone, riconducibili alle notissime pasticcerie La Salernitana e La Royal, con sedi a Tor San Lorenzo, Nuova Florida e Pomezia e di altri locali aperti recentemente ad Anzio e Nettuno. Questa mattina all’alba Vincenzo e Leonardo sono stati arrestati e condotti in carcere, mentre il terzo fratello, Gerardo, è stato posto agli arresti domiciliari. L’accusa è quella di usura in concorso ed estorsioni. Insieme ai 3 fratelli sono stati arrestati anche Roberto Matta (in carcere), Daniele De Stefanis e Giuliano Scarcella ai domiciliari.
Questa mattina all’alba i Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno eseguito le ordinanze cautelari e contemporaneamente, sempre su delega dell’A.G. veliterna, gli uomini della Guardia di Finanza della Compagnia di Pomezia hanno dapprima affiancato i militari dell’Arma nell’esecuzione di alcune perquisizioni domiciliari presso le abitazioni degli indagati e successivamente proceduto all’esecuzione di ulteriori 13 perquisizioni presso le residenze e le sedi delle società riconducibili ad alcuni dei soggetti destinatari delle misure cautelari, per acquisire elementi di prova relativi alle ipotesi di reato di autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta, infedele ed omessa dichiarazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
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In un caso, la somma di 10 mila euro richiesta in prestito veniva così gestita: al momento della consegna venivano dati al richiedente solo 8 mila euro, perché 2 venivano trattenuti come interessi preventivi. Già il primo giorno venivano richiesti in garanzia 4 assegni per un totale di 13.650 euro, più un altro assegno da 4 mila euro. I pagamenti veri e propri venivano fatti in contanti: già dopo poco tempo erano stati restituiti i 10 mila euro del prestito iniziale, ma avendo in mano gli assegni a copertura, restavano – secondo gli usurai – sempre scoperti gli interessi.
Te devo spacca’ la capoccia
“Te devo spacca’ la capoccia, te muro la porta de casa”, era un’altra delle minacce con cui gli usurai si rivolgevano alle loro vittime. L’operazione è la fase conclusiva dell’articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia di Anzio e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, che ha portato a far scattare le manette per i soggetti che, tra il 2015 e il 2019, a seguito di piccoli prestiti richiedevano ai debitori interessi con tassi usurari. Al prestito in contanti, talvolta richiesto per tentare di salvare l’attività commerciale di famiglia, seguivano nel tempo le richieste di restituzione che si trasformavano ben presto in minacce di ritorsione fisica o addirittura di morte. Le vittime sono tutte piccoli imprenditori, commercianti o addirittura commessi, residenti sul litorale compreso tra Pomezia e Nettuno.
I fratelli Guiderdone sono molto noti sul litorale per la loro attività commerciale: le pasticcerie a loro legate sono luoghi di ritrovo ormai da anni. Hanno iniziato a Tor San Lorenzo e alla Nuova Florida, poi hanno aperto a Torvaianica, ora venduta, a Pomezia, Anzio e Nettuno. Ma evidentemente l’attività principale dei fratelli, molto più redditizia, era un’altra.
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