“Al tavolo delle trattative per la nuova CIGS – spiegano i sindacalisti – era stato chiesto chiaramente all’Azienda di adottare procedure diverse per la comunicazione ai lavoratori posti in CIGS. C’era stata data piena assicurazione che, contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno, questa volta ogni lavoratore avrebbe tempestivamente ricevuto entro il giorno 17 gennaio la relativa comunicazione. Non è stato così! Molte lavoratrici e lavoratori stamane hanno dovuto subire l’umiliazione di presentarsi ai tornelli e scoprire la disattivazione del proprio badge ovvero la messa in CIGS. Questo dimostra la chiara, inequivocabile incompetenza nella gestione delle risorse umane. Denunciamo, ancora, la totale codardia di quel management che non ha avuto il coraggio di informare, pur conoscendone i nomi, i propri collaboratori di essere messi in CIGS. Questi comportamenti rivelano l’assoluta assenza di un’etica del lavoro e la negligenza più totale, oltreché incapacità della gestione delle Relazioni Socio-Tecniche, che ogni Azienda dovrebbe tenere in alta considerazione. Ancora una volta le RSU ribadiscono a questa Azienda, rivendicandolo con forza, il proprio ruolo nella gestione di tutte le problematiche inerenti le lavoratrici e i lavoratori della Sigma-Tau, visto che nel momento della stesura di questo comunicato, l’Azienda comunica ai Lavoratori e Lavoratrici cambi di mansione. Vogliamo sapere se i vertici aziendali sono consapevoli e debitamente informati su come è gestita l’operazione di oggi”. “Questa è un’azienda che, nelle varie riunioni fatte, ha dichiarato di non voler puntare più nella ricerca, ma solo nei pochi prodotti già esistenti e funzionanti, quindi noi ricercatori ce lo dovevamo aspettare – ha dichiarato Massimo Ricci, sindacalista da oggi in cassa integrazione . Certo pare impensabile che venga mandato un telegramma in una fase successiva all’inizio del provvedimento, dopo che il lavoratore lo ha già scoperto nel modo più brutto possibile. Purtroppo non è solo quest’azienda a comportarsi in questo modo, nel settore farmaceutico. La fuoriuscita di lavoratori era prevista da tempo, ma lo stato di emergenza è stato proclamato in tempi talmente rapidi da portarci a questa situazione. Sono deluso ed amareggiato, così come lo sono i tanti colleghi nelle mie stesse condizioni”.