Vista l’ora in cui è arrivato al Comando, Yuri D’angelo ed il bambino sono stati ospitati dai Carabinieri della caserma di via Roma per il pranzo di ieri. “Erano entrambi in ottime condizioni di salute – ha spiegato il Tenente Andrea Capriotti, vicecomandante della Compagnia di Pomezia – e si vedeva che padre e figlio erano molto legati”. Immediatamente è stata avvisata la Procura d Ascoli, titolare dell’inchiesta, dove le indagini sul caso erano seguite dai sostituti procuratori Carmine Pirozzoli e Umberto Monti, che stavano lavorando in assoluta riservatezza per tutelare il minore scomparso. Al Comando dei Carabinieri sono poi sopraggiunti i servizi sociali di Pomezia, che hanno agito in sinergia con i colleghi della Comunità montana della Laga per portare il bimbo in un Istituto di accoglienza gestito da sacerdoti a Giulianova, dove trascorrerà i prossimi giorni in attesa di una decisione definitiva sul suo destino, visto che sulla sentenza di rimpatrio immediato in Grecia pende un ricorso presentato proprio dal padre prima di sparire con il bambino. “Sono rimasti in Caserma fino alle 15:30 – ha spiegato il Tenente Capriotti – poi l’uomo è andato via a bordo della sua auto, con la quale era arrivato a Pomezia, mentre il bambino è stato consegnato ai servizi sociali come da indicazioni della Procura”. Ma come mai D’Angelo ha scelto proprio Pomezia? “Probabilmente conosce qualcuno in zona, o nella Capitale, che l’ha ospitato in questi giorni. Quando poi ha capito di non poter restare ancora nascosto ha deciso di venire da noi a raccontare la sua storia”.
SCOMPARE PER 15 GIORNI CON IL FIGLIOLETTO, SI CONSEGNA AI CARABINIERI DI POMEZIA
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