Roma. Dopo che i guardiani della Sapienza, Università di Roma, hanno deciso di presentare una diffida lo scorso 7 febbraio ai loro datori di lavoro e all’università, sono iniziati anche gli avvertimenti: “Siete invidiosi del mio potere? Ebbene sì ho il potere e decido della vita e della morte. E voi per me siete morti.” Parole spaventose, che sono solamente alcune di quelle che sono state rivolte dai dipendenti della Sapienza responsabili dell’appalto verso gli addetti alla sicurezza non armata degli ingressi dell’ateneo. Il racconto è riportato dall’edizione romana di Repubblica.
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I guardiani della Sapienza minacciati dopo la diffida
La vicenda è la seguente. I custodi dell’Ateneo, avevano un contratto che gli garantiva una retribuzione mensile di 1300 euro circa, un contratto che, con la possibilità di poter effettuare degli straordinari, poteva arrivare a prevedere anche 1600 euro. Ma poi, quando la nuova azienda del gruppo Battistolli e Coopservice si è inserita nella gara d’appalto, ecco che il precedente contratto è stato sostituito. Una sostituzione che ha comportato la rimozione completa della quattordicesima e di parte della tredicesima. Ma non solo. Anche la riduzione della paga oraria di circa un euro e il taglio completo degli straordinari. E ancora, un gioco di potere assurdo per far sì che i lavoratori comprassero le divise di tasca propria.
Taglio agli stipendi e minacce
Dopo i nefasti cambiamenti di clausole e di contratto, allora, i dipendenti hanno fin da subito cercato di trovare accordi con Uil, Cgil e Cisl, ma senza arrivare da nessuna parte e quindi senza sbocchi particolarmente desiderabili. Parallelamente, i lavoratori hanno anche sollecitato la Sapienza, in quanto responsabile dei contratti d’appalto. Ma da parte sua, nessuna risposta, e per questo i lavoratori avevano deciso di rivolgersi ad un legale legato al sindacato Cobas, per presentare una diffida sia all’azienda che all’ateneo. Ed ecco arrivare al punto: dopo l’arrivo della diffida, lo scorso 9 febbraio 2023, due dei dipendenti Sapienza che sono responsabili delle gare d’appalto hanno iniziato a recarsi alle singole postazioni dei lavoratori che l’avevano promossa, con una serie di minacce ed intimidazioni: “Lei ha la terza media e quello che guadagna è anche troppo”. Ad una donna, in particolare, avevano detto: “Può continuare con il suo teatrino e può anche sentirsi male. Vuole che le chiamiamo l’ambulanza?” – dopo che si era, di fatto, sentita male, e dopo averla fatta mettere a piangere con le loro incursioni.
Ritorsioni e lettere di contestazione
E poi, l’apice, con ritorsioni e lettere di contestazione. Uno dei lavoratori, infatti, dopo aver presentato un certificato medico che attestava la necessità di svolgere il servizio in un posto riguardato, è stato immediatamente spostato in un luogo in cui l’hanno costretto a rimanere per 8 ore in piedi. Il custode ha raccontato: ”Da un collega sono andati due volte. Con arroganza gli hanno strappato la diffida in faccia dicendogli che era stato inutile presentarla”. La questione non è da poco, anche in considerazione del danno economico recato dal nuovo contratto, molte famiglie ora sono in difficoltà.